Tasse doppie per i fuoricorso a reddito alto e anche Bankitalia dovrà  tirare la cinghia

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ROMA â€” Aumento delle tasse universitarie per i fuoricorso di famiglie benestanti e possibile rincaro dell’Irpef regionale. Ridimensionamento del taglio delle Province che saranno sottoposte a «riordino» e non a «soppressione». Circa 800 milioni ai Comuni. Tagli più leggeri per le farmacie e tetto meno rigido alla spesa per i medicinali. Nella commissione Bilancio
del Senato, dove si sta esaminando il decreto sulla spending review, tira aria di svuotamento e di assalto alla diligenza. Il provvedimento nato sotto gli auspici del risparmio e del rigore, ispirato dall’occhio vigile di “Mister Forbici”, Enrico Bondi, sembra non avere una tenuta stagna in grado di resistere alle pressioni agostane dei partiti e del Parlamento. Il decreto, varato nella notte tra il 5 e il 6 luglio, vale 4,5 miliardi per quest’anno, 10,5 per il 2013 e 11 per l’anno successivo, sarà  lunedì prossimo in aula. Un clima che rende più probabile la fiducia e il ricorso ad un maxiemedamento da parte del governo.
La partita più delicata è quella delle Province. L’emendamento che i relatori Giaretta (Pd) e Pichetto Fratin (Pdl) hanno dovuto concordare con la maggioranza prevede che saranno le Regioni e non più la Stato centrale a decidere come accorpare le Province, inoltre le parole «soppressione e accorpamento » sono state sostituite da più vago «riordino», che sarà  effettuato dagli enti territoriali, attraverso il Consiglio delle autonomie locali (Cal). La nuova mappa provinciale dovrà  essere definita entro l’anno, tenendo presenti i requisiti minimi, che restano gli stessi dei 350 mila abitanti e 2.500 km quadrati. Modifiche che hanno fatto parlare di svuotamento e retromarcia rispetto ai propositi della spending review e che hanno costretto il ministro per la Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ad intervenire per difendere il provvedimento: «Non cambia nulla, l’obiettivo del governo resta quello di dimezzare il numero delle Province». Nonostante la serrata discussione di giovedì notte per salvare dall’accorpamento alcune Province, lo schieramento bipartisan Pd-Pdl che aveva presentato un emendamento per salvare le province di Terni, Isernia e Matera, è stato sconfitto. Nessuna deroga per le tre zone che appartengo a Regioni – Umbria, Basilicata e Molise che coincideranno con un un’unica Provincia. In compenso arriveranno 100 milioni in più per coprire i debiti degli enti territoriali di cui si prevede il riordino.
In compenso aumentano le tasse universitarie, anche se limitatamente agli studenti fuori corso e di famiglie con redditi alti: le università  potranno incrementare, fino a raddoppiarle, rispetto agli allievi in regola, per quelli che hanno un reddito familiare superiore ai 150mila euro. Cade nelle maglie della spending review anche la Banca d’Italia: i dipendenti degli austeri saloni di Via Nazionale non potranno avere buoni pasto del valore superiore ai 7 euro a partire dal primo ottobre, mentre non saranno più affidate consulenze esterne ai dipendenti in pensione. In caso di mancata fruizione, ferie, permessi e riposi non saranno più retribuiti, mentre la spesa per il noleggio delle auto blu e per i buoni taxi non potrà  superare, in valore, il 50 per cento rispetto al 2011.


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