Sullo scudo anti-spread anche i dubbi di Berlino
ROMA — Angela Merkel sembra frenare sullo scudo anti-spread suggerito da Mario Monti e varato la scorsa settimana dal Consiglio europeo. Così, a chi le chiede un giudizio sulla minaccia di veto di Finlandia e Olanda alla proposta italiana risponde: «Le decisioni dei singoli paesi vanno rispettate ». Il Cancelliere tedesco, che oggi sarà a Roma per un bilaterale con il governo italiano e che deve fare i conti con i mal di pancia nella sua coalizione proprio sullo scudo, aggiunge che bisogna ancora «fare chiarezza» su quelle decisioni. Perciò poiché «nessuna concreta domanda è stata presentata, al momento non c’è bisogno di agire». Dai vertici Ue arriva invece un no secco ai dubbi dei due «falchi» nordici. Il presidente Van Rompuy ricorda che le misure «sono state prese all’unanimità », «avallate a 27» e dunque non ci possono essere ripensamenti. Il presidente Barroso chiarisce che la Commissione lavora per «dare attuazione» all’ intesa «entro le prossime settimane».
Al Senato, Monti ripercorre le tappe salienti della lunga notte di Bruxelles, con il «passaggio ardito » dell’Italia, i pugni sul tavolo (un “concetto ipersemplificato”) fino al successo finale – lo scudo, appunto – che rappresenta «un cambio di rotta rispetto a un passato
inconcludente». Svela anche un dettaglio non trascurabile: da quella sera gli eurobond «non sono più un tabù», segno che se ne è discusso durante la maratona negoziale. «Tempo ben speso», in ogni caso, specie se si voleva «rompere il circolo vizioso tra debito sovrano e rischio bancario». Monti ripete che in Italia non serve una manovra aggiuntiva e si augura di riuscire «a sormontare» le resistenze olandesi e finlandesi.
Non esclude un eurogruppo straordinario da tenersi il 20 luglio, dopo quello già in programma per il 9.
Il premier e il Cancelliere si ritroveranno oggi di nuovo, faccia a faccia. Anche stavolta il vertice bilaterale si terrà a villa Madama. E’ ben diverso però il panorama esterno a cominciare dal sentimento dei mercati, assai più sereno rispetto al summit precedente. Le Borse Ue, complice anche un’attesa per il taglio dei tassi della Bce, sono tutte positive con Milano che, da sola, guadagna l’1,30%. Paiono placarsi pure gli spread: scende a quota 409 quello italiano, ripiega a 464 lo spagnolo.
E tuttavia, «la situazione è ancora molto grave», avverte Barroso. Come lui la pensa anche Christine Lagarde, numero uno del Fmi. Dal suo osservatorio vede che il rischio-contagio» esiste, nonostante tutto, specie per gli Usa che hanno un sistema finanziario «vulnerabile»e che la ripresa è tuttora «tiepida». La signora riconosce però che «finalmente i leader Ue stanno prendendo di petto la crisi del debito, affrontando il problema alla radice». Le loro decisioni sullo scudo, così come il pacchetto da 130 miliardi per la crescita, «mitigano» il pericolo che la crisi possa propagarsi da Eurolandia al resto del mondo. Lagarde sollecita la Germania a «collaborare» al massimo con i partner non solo per «ridimensionare » i contraccolpi delle tensioni sul debito sovrano, ma anche perché la stessa economia tedesca è a rischio-contagio. Il tutto mentre per la prima volta da due anni l’Irlanda «salvata» dalla troika Ue-Fmi-Bce ritorna sul mercato: domani emetterà una mini-tranche di bond da 500 milioni di euro.
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