by Editore | 26 Luglio 2012 7:49
ROMA — Sembrava che tutto stesse per precipitare. Poi la tregua. Titoli in risalita, il rimbalzo della Borsa, Palazzo Chigi che riprende fiato e coraggio. La presidenza del Consiglio smentisce il ricorso al blocco delle tredicesime per statali e pensionati e invita a «non creare allarmismi». Mario Monti riceve prima Bersani e poi Alfano, a nessuno dei due viene addolcita la pillola, la situazione resta da bollino rosso, «seria», anche se non drammatica. È anche il motivo per il quale, tanto il segretario Pd quanto quello del
Pdl confermano pieno sostegno al governo fino al 2013. Ma che terremoto, ad apertura dei mercati. Alle nove del mattino lo spread — il differenziale tra i buoni italiani e i Bund tedeschi — schizza a quota 545, appena trenta sotto la soglia che ha decretato la crisi del governo Berlusconi a novembre. Poi la situazione migliora, la Borsa di Milano che parte in negativo chiude meglio rispetto a tutte le altre in Europa, con un più 1,17 per cento. Ma soprattutto il temuto spread scende sotto i 520 punti. Non abbastanza per abbassare la guardia, ma sufficienti per tenere la situazione sotto controllo. Due fattori determinano l’inversione. Il primo, il componente austriaco del board della Banca centrale europea, Ewald Nowotny, che in un’intervista a Bloomberg a metà mattinata sostiene che è possibile che venga concessa la licenza bancaria al nuovo fondo permanente “salvastati” Esm, così da consentire il rifornimento di liquidità dalla Bce. Ma a dare respiro ai mercati è Berlino, che raccoglie 3,32 miliardi di euro collocando titoli trentennali al tasso minimo di 2,17 per cento e Bund decennali per 752 milioni, con la domanda che quasi raddoppia l’offerta. I mercati chiudono in rialzo, lo spread italiano quasi 20 punti meno rispetto al giorno prima. Palazzo Chigi ha urgenza di rassicurare il fronte interno, dopo l’indiscrezione fatta filtrare da Confesercenti su un possibile blocco delle tredicesime di dipendenti pubblici e pensionati. «Mai stata presa in considerazione» fa sapere la Presidenza. «Alimentare l’allarmismo sociale rischia di causare un duplice danno: sia per l’organizzazione che ha diffuso questa ipotesi, sia per la tenuta dell’economia». Dopo Confindustria e il suo leader Giorgio Squinzi, la seconda associazione che entra in rotta di collisione col governo. Dura un’ora invece il faccia a faccia del premier Monti con Pier Luigi Bersani. «Abbiamo riflettuto sulla situazione generale molto, molto preoccupante — spiega, al termine, il numero uno del Pd — È necessario che ci sia uno stato di allerta da parte di tutte le istituzioni, a cominciare dalla Bce». Bersani invita il capo del governo soprattutto a rivedere i capitoli della spending review
su sanità e Comuni. Un’ora nel pomeriggio anche per l’incontro con Angelino Alfano. «Abbiamo ribadito il no a nuove manovre con sacrifici per gli italiani: non la voteremmo, anche se ci dicessero che lo chiede l’Europa» scandisce il segretario Pdl. Oggi toccherà a Casini, che intanto mette le mani avanti: «In Italia non c’è alternativa, anche per il futuro, a un patto di serietà alla Monti».
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