Spending review, il governo accelera pronto un pacchetto da 9 miliardi Bersani: prima vogliamo discuterne

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ROMA – Raggiunge l’ultima curva la spending review. Oggi Mr. Forbici, Enrico Bondi, l’uomo sul quale pesa il compito di recuperare il maggior numero di risparmi nell’ambito della pubblica amministrazione, incontrerà  i ministri di spesa, da Balduzzi (Sanità ), alla Cancellieri (Interni), a Patroni Griffi (Pubblico Impiego), a Giarda (Programma e Rapporti con il Parlamento). Domani sarà  la volta dei sindacati, della Confindustria e delle Regioni. Il decreto potrebbe essere varato giovedì o venerdì, ma non è escluso che slitti alla prossima settimana. I sindacati, con la Cisl, hanno già  avanzato un aut aut sugli statali, i ministri di spesa resistono, sul vertice con gli enti locali pesa l’ipoteca della sanità , nell’imminenza del rinnovo del Patto sulla salute. Ieri intanto il segretario del Pd Bersani ha inviato un messaggio all’insegna della cautela: «Pronti a dare il nostro contributo per evitare un ulteriore aumento dell’Iva cui ci hanno inchiodati Tremonti e Berlusconi, ma c’è modo e modo per arrivare all’obiettivo e vogliamo discuterne». Anche sul fronte opposto, il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, invita alla prudenza: «Siamo in attesa di saperne di più, è evidente che i partiti dovranno essere informati prima della presentazione dei decreti».
L’obiettivo – come anticipato da Repubblica – è quello di recuperare risorse per evitare l’aumento dell’Iva negli ultimi tre mesi dell’anno (circa 4,2 miliardi, come previsto fin dal varo dell’intera operazione della revisione della spesa); per il 2013, invece, l’aumento resterà , ma dimezzato (un punto invece di due). Sul tavolo del resto si affastellano anche altre urgenze: la questione degli esodati, le spese per il terremoto dell’Emilia, gli interventi urgenti come il rifinanziamento delle missioni internazionali. Senza contare l’aggravamento della recessione: un elemento che, stando allo stesso premier Monti, non dovrebbe dar luogo ad una manovra aggiuntiva in quanto il rapporto deficit-Pil al netto della congiuntura ci consentirà  comunque di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. A dare fiato alla fiducia il buon esito del vertice di Bruxelles e gli obiettivi centrati del gettito Imu che ha dato circa 9 miliardi.
Sul fronte dei tagli il sentiero sembra tracciato, ma è proprio sui questo versante che potrebbero aprirsi dei problemi. Mr. Forbici Bondi avrebbe fatto il suo lavoro e sarebbe in grado di portare sul tavolo un menù di tagli per 9 miliardi: a quel punto la decisione sarebbe politica e spetterebbe alla collegialità  dei ministri. Lo scambio Iva-statali e Iva-sanità  starebbe creando dei problemi anche perché le cifre e le misure sembrano lievitare di giorno in giorno. Tant’è che si parla di spacchettare l’intervento in due tempi.
Sul versante della Sanità  sarebbe il ministro Balduzzi a puntare i piedi: il suo pacchetto sarebbe attestato ad un miliardo, ma la spending prevederebbe solo dai farmaci 1,5 miliardi e per beni e servizi 4,4 miliardi. Inoltre alla Sanità  sono disponibili a concedere alla centrale acquisti l’operatività  su spese alberghiere e prodotti generici, ma vorrebbero una supervisione tecnica sul Tac, medicinali e spese ad alto contenuto specialistico. Anche sul fronte del pubblico impiego sale la tensione: il prezzo sarebbe 10 mila esuberi, prepensionamenti (seppure con sospensione della Fornero), stretta sul turn over, taglio dei buoni pasto, dei distacchi. Regioni, Province e Comuni per ora mandano segnali deboli, ma già  parlano di «insoddisfazione», anche in relazione al taglio del fondo sanitario di 1,8 miliardi che viene utilizzato come boccata d’ossigeno di ultima istanza per le Regioni in deficit.


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