Spending review, Guerra rassicura: ”Non vogliamo colpire il terzo settore”
ROMA – “Si tratta di una norma molto complessa, ma non è nelle intenzioni della legge” colpire direttamente il terzo settore con l’articolo 4 della legge sulla spending review, quanto “una delle possibili ricadute non adeguatamente valutate. Tuttavia abbiamo allertato i nostri uffici e nel caso in cui le ricadute negative sui rapporti tra Pa e terzo settore venissero confermate, cercheremo di intervenire con proposte emendative”. È quanto ha affermato il sottosegretario alle Politiche sociali, Maria Cecilia Guerra, rispondendo ai timori del mondo dell’associazionismo su alcuni commi di uno degli articoli della cosiddetta spending review, che secondo il Terzo settore, andrebbero a colpire cooperative e associazioni. “Siamo allertati rispetto al problema – ha assicurato Guerra – e stiamo valutando se le ricadute che ci vengono paventate dai protagonisti sono effettivamente imputabili a questa norma. È un discorso ancora in itinere e non sono in grado di dire di più”. I tempi per poter intervenire sulla norma sono strettissimi, ha confermato il sottosegretario. “La presentazione degli emendamenti è scaduta ed è stata prorogata, quindi c’è ancora qualche margine e chiuderemo questa vicenda in tempi brevissimi”.
Sulla chiusura dell’Osservatorio nazionale dell’associazionismo e del volontariato, secondo il sottosegretario si tratta di “organismi che operavano da almeno quattro anni in regime di proroga – ha aggiunto Guerra -, organismi precari soggetti a conferma uno per uno e che questo tipo di valutazione molto spesso nella pubblica amministrazione porta a meccanismi inerziali per cui si conserva anche ciò che non è utile”. Per il sottosegretario, anche per gli osservatori è possibile “che possa essere proposta una riflessione ulteriore”. “Cercherò di proporre questa riflessione perché ritengono che siano due osservatori utili per quanto riguarda la loro capacità di rappresentare nel ministero questo mondo articolato che è il terzo settore. La norma non stata è pensata con riferimento specifico al terzo settore, ma arriva a chiudere questi organismi come una conseguenza di una scelta di tipo generale. Bisognerà valutare le conseguenze situazione per situazione”. Qualora dovessero essere confermate le scelte che portano alla chiusura, saranno le direzioni generali ad assumerne i compiti. “Non penso sia la stessa cosa – ha aggiunto Guerra -, ma non credo che in questo modo si perdano le funzioni. Questo sarebbe molto più grave. Certo è che un loro svolgimento dentro l’amministrazione, piuttosto che con un organo rappresentativo, comporterebbe un ripensamento dei vari passaggi, che nel caso in cui la soppressione venisse confermata, occorre fare con urgenza”. Questioni ancora aperte, quindi, anche se per poco e con limitati margini di azione, che molto probabilmente occuperanno gran parte della discussione nel prossimo incontro del tavolo col Terzo settore istituito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, previsto lunedì prossimo nel pomeriggio. (ga)
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