Spending review, Forum Terzo settore: “Fuori da tutti i tavoli di confronto”

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ROMA – Il Forum del Terzo settore diserterà  la VI Conferenza nazionale del Volontariato in programma ad ottobre a L’Aquila e promossa dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con essa tutti i tavoli di confronto e concertazione istituzionali se il governo non modificherà  il decreto sulla spending review. E’ questa la decisione presa dal Coordinamento nazionale del Forum del Terzo settore dopo la riunione del Tavolo permanente fra il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ed il Terzo settore tenutosi ieri pomeriggio alla presenza del sottosegretario al Welfare, Cecilia Guerra. “Prendiamo drammaticamente atto che la spending review viene usata a pretesto per ridurre gli spazi di democrazia e i momenti di confronto tra società  civile e istituzioni e che le decisioni del Governo sembrano andare nella direzione di interrompere di fatto i rapporti con il terzo settore – spiega il Forum -. Davanti ad uno scenario del genere non possiamo che esprimere profonda preoccupazione e la nostra ferma protesta”.

Al governo, il Forum chiede di fare un passo indietro “rispetto alla decisione di chiudere gli Osservatori e gli altri istituti di partecipazione e di rivedere l’Articolo 4 della spending review che, nell’attuale formulazione, impedisce la realizzazione di importanti servizi sociali per la comunità .  Se questo non accadrà , saremo costretti a disertare la Conferenza Nazionale del Volontariato e tutti i tavoli di confronto istituzionale promossi dal Governo. Siamo coscienti di muoverci su una linea che non ci è propria e che non avremmo voluto intraprendere, ma ci troviamo costretti a dare segnali forti a questo Governo, che  sta adottando scelte che vanno a ledere importanti diritti costituzionali, come quello della partecipazione, che sono il presupposto di eventi come la Conferenza del volontariato. Gli Osservatori non sono un fastidioso orpello, non costano nulla, sono invece dei luoghi istituzionali che garantiscono confronto e partecipazione, e quindi spazi di democrazia nel nostro Paese. Chiuderli è una decisione sbagliata che mette a repentaglio i valori alla base del nostro mondo, proprio in questo momento critico in cui,  più che mai, il nostro Paese ha bisogno di rafforzare il proprio capitale di fiducia e di coesione sociale, precondizioni di qualsiasi sviluppo”. 

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