Spending review, ecco cosa cambia per cooperative e associazioni

Loading

PADOVA – Articolo 4, commi 6,7,8. E’ questo il nemico numero uno di cooperative e associazioni italiane, contenuto nel testo di legge della spending review. Tre commi che potrebbero ridisegnare il volto del sociale in Italia, scuotendo equilibri consolidati e mettendo in crisi i rapporti con gli enti pubblici. Un terremoto dovuto, sostanzialmente, a nuove restrizioni nelle procedure di finanziamento.
Il primo colpo arriva al mondo dell’associazionismo: dal primo gennaio 2013 sarà  vietato all’ente pubblico di erogare contributi ad associazioni con le quali è già  in atto una convenzione. In concreto, significa che queste realtà  non  potranno più ottenere alcun contributo per iniziative culturali, convegni o di sostegno alle proprie attività  di carattere umanitario che esulano, appunto, dalla convenzione. “Finora invece questo accadeva molto spesso – spiega Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci! -. Invece dal prossimo anno cambia tutto, con un forte danno alle organizzazioni no profit”.

Il 2014 riserva altre due brutte sorprese. La prima riguarda le cooperative sociali e le associazioni che hanno in affidamento dei servizi. I benefici e le agevolazioni nelle gare d’appalto scompariranno e le gare d’appalto saranno soggette alla logica del massimo ribasso, con buona pace della legge 381/1991 che prevedeva apposite deroghe. “Nel migliore dei casi questo significherà  un ritardo nei tempi di assegnazione dovuto alla lunghezza delle procedure – sottolinea Marcon -. Nel peggiore dei casi, invece, si verranno a creare situazioni in cui alcuni servizi potranno essere affidati, in base al criterio di economicità , a organizzazioni prive delle caratteristiche essenziali per garantirne una buona gestione, scelte solo perchè costano meno”.

Un ulteriore colpo al sistema arriverà , sempre nel 2014, dal divieto per gli enti pubblici di dare in affidamento diretto dei servizi a enti privati e no profit in condizioni di emergenza. Il portavoce di Sbilanciamoci! lo spiega con un esempio: “Mettiamo che in una provincia arrivino 200 rom, per cui si renda necessario allestire e gestire una tendopoli d’urgenza. Finora era possibile stanziare un finanziamento per l’attivazione del servizio a realtà  del territorio specializzate che, per la propria unicità , potevano garantirne la gestione ottimale, come ad esempio Caritas o la Croce Rossa. D’ora in poi questo non sarà  più possibile: bisognerà  per forza rivolgersi a società  pubbliche, come le multiservizi”.
Alla luce di queste novità , la mobilitazione è dietro l’angolo: “Stiamo cerando di costruire iniziative che possano modificare questo testo – avvisa Marcon -, che è in contraddizione non solo con le  normative sulle cooperative sociali e il volontariato, ma in parte anche con la Costituzione, che all’articolo 45 fa riferimento alla particolare funzione sociale del movimento cooperativo”.


Related Articles

La mossa della taiwanese Foxconn solo per prevenire le lotte operaie

Loading

SHENZEN «Sindacati eletti dai lavoratori», ma la novità  è minima 

Le manovre sul bilancio del 2009 per un centesimo di dividendo

Loading

Un centesimo per azione: è stato questo il dividendo pagato da Mps sul bilancio 2009, ed esclusivamente per le azioni di risparmio tutte della Fondazione Mps. Per la gran massa di azioni ordinarie, invece cedola zero. C’era da rinforzare il patrimonio, e poi gli utili non erano abbastanza: appena 220 milioni, un quarto dei 922 dell’anno prima. Ora si scopre che forse non c’erano neppure.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment