Slittano gli aumenti Fonsai-Unipol Consob vuole chiarezza nel prospetto

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MILANO â€” Ancora una battuta d’arresto, inaspettata, lungo la strada di Unipol-Sai, la compagnia che dovrebbe nascere dalla fusione tra Premafin, Fonsai, Milano e Unipol assicurazioni. Ieri mattina, quando era atteso il disco verde della Consob ai prospetti di aumento di capitale, è arrivata la lettera di richiesta di ulteriori integrazioni a Fonsai. Nelle tre pagine di spiegazioni, gli uffici della Commissione chiedono di indicare il nome dell’advisor che ha stimato le riserve, maggiori dettagli sulla manleva e sui rischi di contenzioso, altre informazioni sulle riserve del ramo danni e rischi generali, così come previsto nel piano triennale della società  approvato al 30 marzo scorso e gli aggiornamenti relativi al Consorzio di Garanzia.
Insomma, gli uffici della Consob hanno ritenuto che il prospetto non avesse quei requisiti di “completezza, chiarezza e coerenza” necessari e di conseguenza non ha sottoposto all’approvazione dei commissari il prospetto. Se ne parlerà  la prossima settimana. Forse giovedì, in tempo per far partire l’aumento lunedì 16 (in genere cominciano sempre all’inizio di settimana, anche se stavolta c’è una ragione in più per fare in fretta: l’avvio delle Olimpiadi, il 27 luglio). Mercoledì 11 invece è attesa l’udienza del Tar del Lazio sul ricorso di Sator-Palladio in merito all’autorizzazione dell’Isvap a Unipol.
Lo stop al prospetto sarebbe venuto anche in seguito alla continua variazione dei dati e delle informazioni. Non ultime quelle relative alle stime della Price, incaricata dalla banche estere del Consorzio di garanzia di valutare la congruenza delle riserve sinistri di Fonsai e Unipol (cifre mai rese pubbliche). Ma sullo stesso consorzio di garanzia esistono molti dubbi, di cui c’è traccia nello stesso comunicato stampa emesso ieri mattina da Fonsai: un cda con il voto contrario di Paolo Ligresti e di Salvatore Bragantini, che evidenziano come «non siano note le adesioni delle banche» e sollevano dubbi su altri aspetti relativi alle condizioni in base alle quali gli istituti possono far venire meno la garanzia di sottoscrizione «ove istituti che si siano impegnati per almeno il 10% del rischio di mercato non tenessero fede all’obbligo assunto». Infine, diffuse voci di mercato parlano di una commissione al consorzio di garanzia intorno al 9-10%, che la dicono lunga rispetto alla percezione del rischio. Sta di fatto che, tuttora, il consorzio non è formalmente blindato e non lo sarà  fino a che non ci sarà  l’ok della Consob. A quanto pare almeno una banca, Morgan Stanley, sarebbe piuttosto dubbiosa; un’altra (probabilmente Deutsche bank) è titubante. Voci informali sostengono che in sette banche l’operazione di garanzia sta ancora in piedi, in sei andrebbe riconsiderato il tutto (ma potrebbe ancora reggere l’impianto).
Fonsai e Unipol intanto hanno approvato le relative condizioni dell’aumento, anche in termini di prezzo (2 euro le ordinarie Unipol, 1 euro le ordinarie Fonsai) ma ieri in Borsa i titoli sono crollati dopo la notizia dello stop della Consob: Unipol ha perso il 10,58%, FonSai il 17,1%, Premafin il 7,99% e la Milano il 10,1%. Per quanto riguarda Premafin, lunedì la holding dovrebbe convocare l’assemblea per la revoca del cda come chiesto da Paolo Ligresti. Il quale proprio ieri ha scritto una lettera al cda in cui si parla dell’operazione con Unipol come «imposta» da Mediobanca e Unicredit, tramite «forti e continue pressioni mediante pubbliche e private minacce di escussione dei pegni e di conseguente fallimento di Premafin».


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