Sindaci in piazza contro la spending review E per gli esodati niente “scudo” allargato

by Editore | 25 Luglio 2012 8:11

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ROMA â€” Non vogliono rimetterci la faccia, dicono, non vogliono più tagliare posti e servizi dove non si può e dove non serve. I Comuni, ricordano, «hanno già  dato »: non intendono più «sottostare ai tagli incondizionati» imposti dalla spending review. Nel giorno in cui – sempre per via della «revisione» delle uscite si annuncia che non c’è più un euro per allargare la protezione ad altri esodati, centinaia di sindaci provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento davanti al Senato per protestare contro i colpi di scure affondati dal governo. Ieri dentro il Palazzo, il dibattito si scaldava attorno alla possibilità  di ampliare la protezione per chi – per via della riforma sulle pensioni – rischia di trovarsi senza lavoro e senza previdenza. Fuori dal Palazzo, invece, i primi cittadini avvolti nelle loro fasce tricolori alzavano il tiro della loro protesta contro i tagli ai servizi e il rischio di dover aumentare le tasse. Nessuna buona notizia da entrambi i fronti: per gli esodati – ha precisato Gilberto Pichetto Fratin, relatore Pdl al decreto legge
ora in Commissione Bilancio, non sono previste altre coperture. «Gli ulteriori allargamenti rispetto ai 55 mila esodati (che si aggiungono agli originari 65 mila ndr) dipendono dal governo – ha detto – Finora l’esecutivo non si è espresso e non ci sono argomenti per dare spazio alla richiesta di allargare la platea».
Riguarda la manifestazione dei sindaci, a nulla è servito il confronto con il ministro Giarda. «L’incontro è andato male» ha detto all’uscita Graziano Delrio, presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni «il ministro ha confermato i nostri timori, affermando che non si tratta di tagli agli sprechi, ma di un taglio ai trasferimenti».
Con i primi cittadini, davanti al Senato, c’erano anche gli avvocati e presidenti dei 37 tribunali che la spending review intende sopprimere. A loro favore sono interentuti sia Pier Luigi Bersani, che Angelino Alfano. «Parlerò con Monti e gli dirò che non va bene quanto fatto sugli enti locali: non sono una malattia, ma parte della medicina» ha detto il leader del Pd. «E’ giusto ascoltare i sindaci»
ha commentato il segretario del Pdl. Per gli amministratori la questione è anche di metodo: «Abbiamo proposto il sistema dei costi standard – ha detto Delrio -Monti ci deve stiare a sentire: il Paese è in difficoltà , ma l’incendio non si spegne spostandolo sui terreni periferici». Dal monito alla minaccia: «Diciamo fin da ora al governo che dopo l’estate la nostra battaglia sarà  contro il patto di stabilità : rischia seriamente di saltare a causa degli ulteriori 2 miliardi di tagli che subirà  il nostro comparto. Chiederemo che gli investimenti escano dai vincoli del patto – ha detto il presidente Anci – altrimenti i territori e l’economia si fermeranno definitivamente ». Un esempio dei paradossi che può creare la filosofia del taglio orizzontale arriva anche da Giacomo Bassi, sindaco di San Gimignano: «Abbiamo 7.800 abitanti e 3milioni di turisti l’anno, che portano 2 milioni e mezzo netti nelle casse del comune racconta – Abbiamo abbassato la tassazione, azzerato i mutui e garantito servizi di qualità . Tutto con 89 dipendenti. La spending review però mi impone di licenziarne 35, perché prende in considerazione solo il numero di abitanti e non di turisti. Per supplire alla carenza non potrò nemmeno rivolgerci al mercato. Dovrei, fra le altre cose, rinunciare alla gestione diretta dei musei civici: con quei soldi mantengo un asilo nido e un servizio di pulizia urbana che non potrò più permettermi».

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