Sei regioni a rischio bancarotta Barcellona ha bisogno di 6 miliardi

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È un effetto domino quello che potrebbe mettere davvero in difficoltà  il governo spagnolo a partire da domani: altre sei regioni si avviano infatti verso la bancarotta e dovranno chiedere aiuto economico al Governo centrale, seguendo quanto reso ufficiale venerdì scorso dalla regione di Valencia.
Secondo il quotidiano El Paà­s anche la Catalogna, Castiglia-La Mancia, le Baleari, Murcia, le Canarie e l’Andalusia non possono affrontare le scadenza dei propri debiti a causa delle dure condizioni imposte dai mercati. La Generalitat della Catalogna è quella nella situazione peggiore: entro la fine dell’anno la regione di Barcellona ha bisogno di 6 miliardi di euro per pagare i suoi debiti. Mentre le altre cinque regioni devono finanziare debiti per un totale di sei o sette miliardi e nel corso della prossima settimana potrebbero dover chiedere il soccorso del governo centrale scatenando così un effetto domino che costringerebbe il premier Rajoy a chiedere a sua volta “el rescate” per la Spagna. Ossia l’intervento diretto di Bruxelles e della Bce, com’è già  accaduto in Grecia e in
Portogallo, per scongiurare il default e l’uscita dall’euro.
Questo lo scenario peggiore. Per il momento il governo di Madrid ha creato un fondo speciale per le regioni in difficoltà  che dispone di un massimo di 18 miliardi per il 2012. Che la situazione sia sempre più grave lo dimostra l’appello lanciato ieri da Garcia- Margallo, il ministro degli Esteri spagnolo. Nel corso di un incontro a Palma de Maiorca, al quale hanno preso parte anche il ministro italiano Giulio Terzi ed il tedesco Guido Westerwelle, Garcia-Margallo ha accusato la Banca centrale europea guidata da Mario Draghi di «non fare nulla per spegnere l’incendio del debito pubblico ». Per il ministro spagnolo, la Bce si comporta come una “banca clandestina” mentre «dovrebbe agire per frenare gli speculatori». «Dovremmo muoverci verso una Europa più federale e più solidale», ha concluso Garcia- Margallo. I prossimi giorni saranno decisivi per il governo spagnolo anche perché sono annunciate nuove manifestazioni e marce di protesta come quella dei disoccupati che ha raggiunto ieri sera la capitale. Non solo: saranno importanti anche per il futuro modello federale dello Stato spagnolo uscito più di quaranta anni fa dalla dittatura. È evidente infatti l’intenzione del governo dei Popolari di Rajoy di riportare al centro, a Madrid, l’amministrazione statale togliendo competenze alle autonomie in difficoltà . Da sempre un vecchio cruccio della destra spagnola che guarda con sospetto e fastidio tutte le spinte autonomistiche.


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