Scuola, aumentano i promossi i prof si scoprono meno severi

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ROMA  — È definitivamente archiviata l’era del rigore, se mai è esistita. Nelle scuole medie e superiori italiane crescono i promossi, in maniera sensibile. Diminuiscono i rimandati (oggi si chiamano “sospesi”) e pure i bocciati. Gli ammessi alla classe superiore crescono i tutti i tipi di scuole: licei scientifici e classici, licei artistici e istituti d’arte e, soprattutto, scuole tecniche e professionali, da sempre luoghi scolastici difficili. Nel dettaglio, i promossi aumentano soprattutto al terzo e al quarto anno superiore.
Non sono dati definitivi, ma sono probanti: si sono testate l’85 per cento delle scuole medie inferiori e il 91 per cento delle medie superiori. Non sono ancora pronti i risultati degli ammessi all’ultima maturità , ma il dato dei “non ammessi” all’anno successivo delle scuole superiori è in netto arretramento: il 10,9 per cento contro l’11,7. E se si guarda l’arco degli ultimi cinque anni si vede che in questo “2011-2012” c’è la performance migliore (meno bocciati): nel 2008 erano stati il
cinque per cento in più. Nelle superiori chi passa al primo turno sono solo sei su dieci e un quarto dei ragazzi, va detto, viene rimandato. Negli istituti tecnici, poi, i rimandati sono uno su tre, nei professionali i bocciati quasi il venti per cento, ma tutti questi dati sono in miglioramento.
I numeri confermano che quella italiana è la scuola formalmente più severa d’Europa. Altrove, in Francia, in Spagna, in tutta la Scandinavia ma anche in Inghilterra, la bocciatura è rara nell’età  dell’obbligo se non di fronte a eccezionalità  e l’approccio degli insegnanti resta “friendly” con gli scolari adolescenti. È un dato di fatto, però, che in Italia i numeri siano migliorati con il cambio al ministero — era stata Mariastella Gelmini ad annunciare l’avvento del rigore —. I promossi delle medie sono il 95,7 per cento, più 0,4 per cento. I promossi delle superiori crescono dell’1,2 per cento. In questo ciclo scolastico i “segati”, alla fine, sono solo uno su dieci.
Ogni studente che frequenta la scuola statale costa alla collettività  più di seimila euro l’anno. I cinquantamila bocciati in meno alle superiori — rilevazione su due stagioni — corrispondono a un risparmio per lo Stato di 325 milioni, e in questa fase storica la questione non è irrilevante.
Tra l’altro, la pubblicazione dei dati aggiornati Miur mette nuovamente in discussione le cifre offerte nelle ultime stagioni dal ministro Gelmini e dal suo portavoce, Massimo Zennaro
(Repubblicali
contestò cifre alla mano già  nell’ottobre
2010). Bene, le ultime proiezioni dell’ufficio statistica del precedente ministero dicevano che i bocciati nella stagione 2010-2011 erano pari al 13,2 per cento del totale. Nel comunicato diffuso ieri
dal Miur si sostiene invece che in quella stagione i bocciati sono stati solo l’11,7 per cento, un punto e mezzo in meno. L’ufficio statistico deve aver revisionato il passato.


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