by Editore | 15 Luglio 2012 13:31
Sul tema dei diritti civili, attenzione non solamente sulle coppie gay, è stato approvato un documento, che come ho scritto giorni fa su questo giornale, riportava ai tempi dell’apartheid: ci sono diritti inviolabili e superiori e altri invece che riguardano le differenze, in particolare gli omosessuali, che sono inferiori. Da alcuni giorni l’area della sinistra bersaniana, insieme all’area Marino, con l’aiuto di Giovani Democratici, civatiani, renziani, fino a giungere ad alcuni esponenti del gruppo veltroniano, ha costruito un contributo integrativo che precisando meglio su alcuni punti, tra cui testamento biologico, ricerca scientifica, diritti delle donne, sul tema del riconoscimento delle coppie omosessuali scriveva «In tanti Paesi a cui ci sentiamo legati – dalla Francia agli Stati Uniti – si sono riconosciuti o ci si avvia a riconoscere i matrimoni e le adozioni per le coppie gay. Molti tra di noi possono essere d’accordo, altri possono non esserlo, ma il fatto stesso che altrove si legiferi in quel senso dovrebbe annullare il tabù delle parole. Le coppie etero e omosessuali devono avere gli stessi diritti: proponiamo il pieno riconoscimento giuridico e sociale delle unioni civili per coppie omosessuali e non. Scelta compatibile con gli articoli 2, 3 e 29 della Costituzione». Dopo estenuanti e lunghe ore di mediazione l’accordo con l’arcigna unica vera donna di potere del Pd Rosy Bindi, si sarebbero dovuti assumere tutte e due i documenti e delegare la direzione alla predisposizione di una precisa proposta di legge. Risultato? Bindi ha fatto saltare il tavolo all’ultimo minuto e proposto al voto in Assemblea solo il suo documento e derubricato il nostro contributo come uno dei tanti possibili anche per il futuro. Bisogna dire tutta la verità sulla vicenda, Bersani nella sua relazione ha parlato di «riconoscimento sociale e giuridico delle coppie omosessuali» e non è un mistero che sia il primo segretario che su questi temi ha assunto le posizioni più nette, inoltre la sua relazione è stata votata, quindi, rimane agli atti come il documento di Rosy Bindi. Ma il tema vero è: perché si è messo un vampiro in una sezione dell’Avis? È evidente dentro e fuori il Pd che la presidente dell’Assemblea nazionale ha un problema personale con i diritti delle persone omosessuali, che poco centra con la sua fede cattolica. Tutta questa confusione, tensione e malafede hanno giovato a Bindi che ha portato a casa il risultato, nonostante sia chiaro che le sue posizioni siano ampiamente minoritarie tra la base e gli elettori del Pd. Enrico Fusco, Andrea Benedino e il sottoscritto hanno restituito la tessera al segretario, perché quello che è avvenuto è contro la nostra vita di omosessuali che non possono accettare la loro esistenza, le loro relazioni d’amore, siano ritenute inferiori. Vedremo se nei prossimi giorni saranno fatti passi concreti per risolvere un conflitto che non riguarda noi tre, ma un malessere molto diffuso nella base del partito. * presidente di Equality Italia
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