by Editore | 22 Luglio 2012 16:10
Niente voto a ottobre, almeno sembra. Un’ipotesi non proprio campata in aria, invece, che secondo il giornale di via Solferino poggia su una solida constatazione: sembra che il premier ormai non sappia più che pesci pigliare di fronte alla crisi. Il ragionamento, in sintesi, è questo. Mario Monti, nell’impossibilità di «risanare» ulteriormente l’Italia – leggi macelleria sociale – potrebbe aver pensato di anticipare le elezioni con una crisi pilotata per evitare l’agonia di una lunghissima campagna elettorale mentre il paese rischia nuovi attacchi da parte dei «mercati». Così facendo, ipotizza il Corsera, potrebbe dare rassicurazioni l’idea di un nuovo governo in carica già in autunno. In questo caso, bisognerebbe però correre per approvare una nuova legge elettorale. Ma il caso spagnolo dice che forse non basta un governo politico appena eletto per non finire in ginocchio. Dunque? Mah. Quelli che si vota a primavera Anche per il presidente del Senato, Renato Schifani, «si tratta solo di una ipotesi giornalistica, non me ne innamoro, il paese in questo momento ha bisogno di una guida». Secondo Schifani «la crisi non finirà in pochi mesi per cui anche nel 2013 occorrerà grande responsabilità dei partiti legittimati dalle elezioni e che saranno chiamati a guidare il paese». Anche Enrico Letta (Pd) è convinto che si voterà in primavera. Il senatore del Pdl Raffaele Lauro è ancora più esplicito, fino a prospettare un’ipotesi inquietante. Detto che il ricorso anticipato alle urne sarebbe «folle» e trascinerebbe il paese «nel baratro», Lauro dice anche che «se il nodo della crisi riguarda la stabilità politica e le riforme, le risposte possibili sono obbligate: subito un governo Monti bis di larga coalizione Pdl-Pd-Udc, anticipazione della futura alleanza per la nuova legislatura». Quasi come se non l’Italia, ma questi partiti che sostengono Monti non abbiano il coraggio di affrontare il responso delle urne. Cosa invece che continua ad invocare Di Pietro, «mentre la Spagna è a rischio default, in Italia non possiamo certo sentirci al sicuro, è necessario andare subito al voto, perché questo governo di banchieri ha fallito». I suoi mesti sostenitori, nel frattempo, continuano ad agitarsi brancolando nel buio. Il Pdl è ancora alle prese con l’autoinvestitura di Berlusconi che solo un paio di giorni fa sembrava tornato in sella mentre ora traccheggia: il sindaco di Roma Alemanno, scherzando ma mica tanto, ieri ha rassicurato i mercati e mezzo Pdl: «Il sesto tentativo di Berlusconi non ci sarà ». Il Pd, invece, tanto per non perdere l’abitudine, ieri ha ripreso le distanze dalle sue ali sinistre, litigando in particolare con l’Idv: «Non è più pensabile l’alleanza con Di Pietro». Che sia ottobre o aprile, prima o poi anche gli elettori avranno sicuramente qualcosa da comunicare agli «opposti» schieramenti.
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