Oggi, a Brasilia, l’entrata ufficiale nel Mercosur
Un vertice straordinario si tiene per questo a Brasilia. Vi partecipano i presidenti dei paesi membri e quelli degli associati o osservatori (Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù).
Un bel compleanno per il presidente venezuelano Hugo Chà¡vez che ha festeggiato in questi giorni i suoi 58 anni e un’apparente ripresa fisica, nonostante il tumore alla zona pelvica che lo affligge e che lo ha tenuto lontano dall’attività politica. Oggi, invece, a Brasilia ci sarà . Prima del vertice, ha incontrato una delegazione brasiliana per discutere le prospettive economiche dei nuovi scambi bilaterali. Intanto, ha già previsto un fondo di oltre 500 milioni di dollari, da spendere entro la fine dell’anno, per aiutare le imprese intenzionate ad espandersi nell’ambito del Mercosur: un’iniziativa che, secondo le valutazioni di Caracas, potrebbe portare già in un primo tempo alla creazione di circa 240.000 posti di lavoro.
L’ingresso nel blocco economico regionale consentirà a Caracas- che dal 2011 non fa più parte della della Comunità andina delle nazioni – di far arrivare i propri prodotti a circa 200 milioni di persone che vivono nell’area. Il ricco patrimonio venezuelano, in termini di petrolio, ferro, gas naturale, oro, e le modalità di interscambio solidale in vigore fra i paesi dell’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America (Alba) consentono però anche ai paesi più piccoli come l’Uruguay di bilanciare il peso dei due grandi, Brasile e Argentina. Integrazione e cooperazione sono le linee di indirizzo condivise dal blocco dei paesi progressisti, decisi a costruire uno schema alternativo a quello dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), dell’Unione europea o all’Area di libero commercio delle Americhe (Alca).
La porta per Caracas si è aperta con l’uscita del Paraguay, a seguito della deposizione del presidente Fernando Lugo e della sua sostituzione con il vice, Federico Franco, che i paesi del Mercosur non hanno riconosciuto. Il Paraguay e le sue rappresentanze parlamentari, egemonizzate dalle destre, aveva sempre bloccato l’arrivo di Caracas e dei suoi programmi sociali. Lugo sarebbe stato favorevole ma, privo di maggioranza all’interno stesso della sua coalizione (Franco appartiene alla destra che, nella compagine governativa, lo aveva sostenuto), ha finito per rimetterci la carica. Come spiega Raàºl Cazal in questa pagina, i presidenti di Argentina, Brasile e Uruguay, dopo aver tentato di impedire con la mediazione politica quello che hanno considerato «un golpe istituzionale», hanno deciso di non invitare Franco all’incontro di Mendoza, in Argentina. E, in quella sede, il Paraguay è stato sospeso dal blocco regionale, «fino al ripristino dell’ordine democratico». Stessa decisione ha preso l’Unione delle nazioni sudamericane (Unasur) nei confronti di Asuncià³n. Il Mercosur ha anche respinto il ricorso presentato dal Paraguay (che si rivolgerà ad altre sedi internazionali) contro la sospensione temporanea per assenza di requisiti atti a istituire il «procedimento d’urgenza» richiesto .
«Il problema del Mercosur non è il Paraguay, ma il Venezuela», ha dichiarato Federico Franco, deciso a restare in carica fino allo svolgimento delle prossime elezioni dell’anno prossimo. Allora – ipotizzano in molti – avrà le mani libere per presentarsi, come da profilo, nel campo della destra.
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