Mercati pronti a ripartire dal credito fino alle case
Le misure prese a Bruxelles sono un primo passo che ridefinisce gli equilibri di forza tra il Nord e il Sud Europa, e lascia ben sperare per il futuro della divisa unica. Ma nel breve termine esiste anche una concatenazione virtuosa tra le decisioni politiche, il mercato e l’economia reale. Insieme all’euro e alla sua quotazione, dovrebbero infatti ripartire i titoli di stato, soprattutto quelli dei paesi più colpiti come Italia e Spagna. Il recupero dei prezzi dei governativi, e la riduzione dei famigerati spread sovrani, alleggerirà il fardello di banche e assicurazioni, i cui titoli negli ultimi mesi hanno piombato le Borse europee. E l’allentarsi della pressione sulla raccolta e i bilanci degli istituti potrebbe fluidificare il credito, aiutando le aziende e facendo ripartire il comparto immobiliare e il ciclo economico dei paesi periferici d’Europa. Gestori del risparmio e addetti ai lavori consigliano, se il rimbalzo violento di venerdì si consoliderà , di tornare a investire sui mercati azionari, con un occhio di riguardo ai titoli finanziari più colpiti di recente, e alle multinazionali che esportano in tutto il mondo bypassando il ristagno della congiuntura europea. Ma occorre non abbassare la guardia, perché la volatilità record esplosa nel 2011 è destinata a proseguire su valute, Borse e obbligazionario. E solo con un ritorno alla crescita economica potrà ridursi, dando costanza al recupero di tutti gli investimenti.
Borse e azioni / Listini rischiosi causa volatilità puntare sui marchi forti nell’export
Perché comprare
«La recessione è figlia della crisi finanziaria, che a sua volta nasce dalla crisi del debito governativo — spiega Carlo Gentili di Nextam Partners — per questo se si risolve il problema dei titoli di Stato, pian piano dovrebbe ripartire anche l’economia». I mercati da preferire sono quelli che dei Paesi europei che hanno perso di più, tra cui l’Italia, per lo stesso motivo si può puntare su banche e assicurazioni, ma anche le grandi multinazionali tricolori. «Società forti nelle esportazioni — ricorda Gentili — come Autogrill, Brembo e Campari».
Perché no
Nei prossimi mesi la volatilità resterà alta, quindi bisogna investire con un ottica di medio termine «selezionando bene i titoli su cui puntare — dice Gentili — farà premio la qualità delle aziende».
Titoli di stato / Tornano attraenti Btp e Bonos discesa lenta per gli spread
Perché comprare
«Consiglio di puntare sui titoli di Stato italiani e in particolare su quelli a breve termine — spiega Massimo Fortuzzi di Idea Sim — vale a dire a due tre anni». Secondo l’esperto i vantaggi maggiori al momento sono quelli che è riuscita a ottenere la Spagna e le sue banche, ma per cantare vittoria dovranno essere definite molte altre questioni. «Mi aspetto che lo spread ritorni verso quota 420-400 punti — precisa l’esperto — e dovrà consolidare per un po’ di tempo in quest’area, prima tornare sotto i livelli di guardia».
Perché no
«C’è stato un netto miglioramento ma non è la fine — ammette Fortuzzi — molte altre cose devono ancora essere definite, prima di eliminare tutti i rischi sul debito dei Paesi del Sud Europa».
Liquidità e conti deposito / Sicuri ma meno interessanti l’alternativa sono i bond bancari
Perché comprare
I conti di deposito e la liquidità , che negli ultimi mesi sono stati un ottimo investimento e un porto sicuro dove parcheggiare i propri risparmi, diventano meno attraenti in prospettiva. «Mi aspetto che ci sia una maggior propensione ad impegnare la liquidità parcheggiata sui conti correnti – osserva Mario Spreafico, direttore degli investimenti di Schroeder Italia – Anche se i conti deposito finora hanno dato interessanti rendimenti, vale la pena puntare su altri prodotti che adesso possono offrire buoni ritorni e rendimenti migliori».
Perché no
La liquidità darà ritorni minori, rendendo più interessante l’investimento in obbligazioni. «Consiglio sia i titoli italiani a breve termine – precisa Spreafico – sia le obbligazioni degli istituti bancari».
Cambi e valute / L’euro ritrova nuova forza Dollaro e franco le più solide
Perché comprare
Diversificare l’investimento con un portafoglio di valute finora ha permesso di limitare i rischi rispetto al Vecchio continente. Ma se venisse confermato il sostegno della Bce e si creasse un unione fiscale oltre che monetaria, l’euro si apprezzerà contro tutte le principiai valute, sia quelle considerate rifugio come il franco svizzero, sia quelle dei mercati emergenti che hanno registrato ottime performance, ma che in prospettiva potrebbero perdere terreno in parallelo a un fisiologico rallentamento
della crescita.
Perché no
Fino a quando non ci sarà più certezza sul futuro dell’euro, anche la divisa unica sarà esposta a forti oscillazioni. Inoltre per quanto i fondamentali di tutta l’Europa siano più solidi di quelli degli Usa, il dollaro, che è l’altra moneta di riferimento, potrebbe beneficiare delle elezioni presidenziali attese per novembre.
Oro e materie prime / Lingotto lontano dai record petrolio “fiaccato” dalla recessione
Perché comprare
Materie prime e beni rifugio potrebbero rincarare, se partisse una fase rialzista per l’Europa e la valuta unica, a scapito del dollaro in cui si esprimono. Nell’incertezza, poi, «alcuni beni rifugio come l’oro continuano a registrare notevole interesse, specie se in forma fisica», dice Plinio Pastorelli, ad di “Oro Italia Trading”. E la fase laterale del metallo giallo – che dura da un anno dopo i record di settembre 2011 a 1.900 dollari l’oncia – potrebbe innescare
nuovi acquisti.
Perché no
Un ritorno alla normalità finanziaria, con rimbalzo dell’azionario e ritorno sui titoli di Stato, potrebbe far planare ulteriormente il prezzo dell’oro. Quello del petrolio, invece, sta risentendo della recessione internazionale ed è sceso da 105 a 80 dollari in due mesi.
Immobiliare / Sollievo nel breve periodo in un mercato bloccato dalla crisi
Perché comprare
Il mattone è funzione diretta del credito, quindi dello spread. Se le misure di contenimento dei rischi sovrani funzionano, le banche potrebbero tornare a erogare mutui con più agio, come avvenne nel quarto trimestre 2011 dopo l’arrivo di Mario Monti al governo. Difatti in quei tre mesi le compravendite furono stabili, mentre nel turbolento avvio di 2012 sono calate del 20%. «Se lo spread Btp-Bund tornasse a 200, i tassi ufficiali potrebbero garantire i mutui più convenienti della storia italiana», dice Mario Breglia, di Scenari immobiliari.
Perché no
Le misure prese al vertice Ue possono rianimare il settore e i volumi, ma una solida ripresa di prezzi e transazioni giungerà «solo dopo che in Italia saranno tornati a crescere Pil e occupazione», aggiunge Breglia.
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