by Editore | 17 Luglio 2012 6:53
BRUXELLES — Alla prossima riunione dei ministri dell’Eurogruppo, venerdì, non si parlerà dello scudo anti-spread, il «financial assistance facility agreement» (Fafa), perché ormai i dettagli tecnici che lo riguardano sono definiti e il meccanismo è già potenzialmente operativo. Qualsiasi ulteriore dettaglio sulle modalità di intervento del fondo salva stati sul mercato secondario dei titoli di debito (SMPP, «secondary market purchase program ») dovrà essere definito caso per caso al momento in cui si dovesse fare ricorso allo scudo. Attualmente il compito di intervenire sui mercati secondari per calmierare lo spread dei titoli di un Paese sotto attacco graverebbe sulle spalle dell’EFSF, il fondo salva stati provvisorio, visto che il fondo permanente, l’ESM, non è ancora entrato in funzione per i ritardi di ratifica da parte di alcuni parlamenti, tra cui quello italiano, e in attesa del pronunciamento della Corte suprema tedesca, slittato a settembre. Ma già oggi un Paese che si trovasse sotto attacco, potrebbe chiedere l’attivazione dell’accordo. Vediamo come.
Il meccanismo prevede una richiesta inviata da parte del governo interessato al presidente dell’Eurogruppo. In parallelo, la Bce deve constatare l’esistenza di «circostanze eccezionali sui mercati finanziari e di rischi per la stabilità complessiva dell’area euro». Nel giro di «uno o due giorni», la Commissione mette a punto il testo di un «Memorandum of understanding » che deve essere sottoposto al comitato tecnico dell’Eurogruppo, l’“euro working group”. Dopo l’ultima riunione dell’Ecofin, si è convenuto
che le condizioni contenute nel memorandum non dovranno andare oltre quelle già definite nelle raccomandazioni specifiche che vengono indirizzate al Paese in questione e che questo si impegna a rispettare.
Una volta deciso l’intervento, dopo aver constatato che il Paese richiedente è vittima di una situazione di mercato anomala e che rispetta gli impegni di rigore di bilancio concordati con Bruxelles, toccherà ad un sub-comitato congiunto, composto dal board del-l’EFSF, dalla Banca centrale e dall’euro working group, definire le scadenze, i criteri e l’ammontare di ogni intervento sui mercati. Una decisione che resterà comunque segreta, per non fornire indicazioni alla speculazione su possibili contromosse. Toccherà poi alla
Bce operare sui mercati come agente dell’EFSF (e successivamente dell’E-SM).
L’azione di controllo sarà svolta congiuntamente dalla Commissione e dalla Bce, che verificheranno il rispetto del Memorandum da parte del Paese e faranno rapporto all’Eurogruppo, che potrebbe decidere anche la sospensione degli acquisti. Ogni mese ci sarà una valutazione del programma di intervento e si prenderà la decisione se continuarlo o meno. Il ricorso allo scudo, piuttosto
che ad un prestito diretto come è avvenuto per Grecia, Irlanda e Portogallo (che non rispettavano le raccomandazioni e non avevano i conti in ordine), offre due vantaggi. Il vantaggio politico è che non comporta condizioni aggiuntive rispetto a quelle già accettate nel quadro della governance comune dei bilanci pubblici, né prevede un ruolo di controllo dell’Fmi. Il vantaggio economico evidente è che consente una riduzione degli interessi pagati sul debito senza gravare direttamente sui conti pubblici del Paese interessa-
to, come avverrebbe invece in caso di un prestito diretto.
L’Italia, fanno notare fonti governative, per ora non sembra intenzionata a ricorrere allo scudo. Questo può essere spiegato con tre ordini di motivi. Primo: nonostante lo spread elevato, mancano per ora le «circostanze eccezionali » sui mercati finanziari. Secondo: essendo lo scudo uno strumento deterrente contro la speculazione (che ha già parzialmente funzionato frenando gli effetti del declassamento di Moody’s),
più tardi viene attivato e meglio è. Terzo: proprio per la sua funzione di «bastone» contro chi specula con vendite allo scoperto, l’effetto di un intervento sui mercati da parte del Fondo sarebbe più forte in una fase di scambi relativamente bassi, come è il mese di agosto, che proprio per questo motivo è anche il periodo preferito per gli attacchi speculativi.
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