Matrimoni gay, è bufera nel Pd Di Pietro attacca, Grillo insulta la Bindi

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ROMA — Beppe Grillo, Antonio Di Pietro, Nichi Vendola: tutti all’attacco del Pd sui matrimoni gay. Tutti vogliono la parità  dei diritti per le coppie omosessuali e danzano sulle difficoltà  dei vertici democratici. Spargono sale su uno scontro finale che ha oscurato Bersani, la sua relazione all’Assemblea nazionale, strapazzando l’immagine del partito che ambisce a governare il paese. E serve a poco che Rosy Bindi, sul banco degli imputati per la gestione del voto sugli ordini del giorno, lamenti che «non è giusto che si permetta che una minoranza di 38 persone faccia apparire il Pd spaccato su questioni che andranno comunque approfondite ». La bagarre è però andata in onda e Grillo ha buon gioco ad attaccare la Bindi e il Pd che chiama «pdmenoel-le, il partito che vorrebbe governare l’Italia; non ridete per favore». «Sono favorevole al matrimonio dello stesso sesso – fa sapere il comico – Ognuno deve potere vivere la propria vita con lui o lei tutelato dalla legge». E fin qui nulla di clamoroso. Ma subito arriva l’attacco durissimo ai democratici: «Questi farisei, sepolcri imbiancati spruzzati di un rosso antico ormai stinto, pretendono di dettare le regole della morale. Fa schifo negare diritti sacrosanti per un pugno di voti ». Alla vice presidente della Camera, Grillo riserva invece questo passaggio: «Non ha problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti, ha negato persino la presentazione di un documento sull’unione civile tra gay. Vade retro Satana. Niente sesso, siamo pidimenoellini». Il varco è ormai diventato una voragine e Di Pietro ne approfitta per seminare zizzania fra i democratici nel nome di «una battaglia che dovrebbe essere trasversale e condivisa da tutti: laici e cattolici». Allora, si augura il leader dell’Idv, che «quei deputati che hanno denunciato la chiusura del Pd in tema di diritti civili sostengano e sottoscrivano la nostra proposta di legge sul pieno riconoscimento dei matrimoni gay anche in Italia, già  depositata in Parlamento ». Terzo, ma non ultimo, arriva Vendola. «Crolla il muro dell’ipocrisia. E la politica è costretta a fare i conti con la richiesta sacrosanta del matrimonio gay. Finalmente… », dice il leader di Sel. «Sono per il diritto al matrimonio gay perché il Medioevo italiano è durato fin troppo. Basta con frammenti di diritti, vogliamo diritti interi, eguali per tutti», spiega il “governatore” pugliese. Prova a replicare Nico Stumpo, responsabile organizzazione del Pd: «Il Pd ha scelto un strada seria e percorribile decidendo di regolamentare giuridicamente le coppie di fatto, a partire da quelle omosessuali», dice. Accusa Grillo e Di Pietro di «strumentalizzare il dibattito e le decisioni del Pd», e fa notare che «guidano partiti in cui si discute così liberamente ». E Anna Paola Concia dice a Di Pietro che «il Pd ha una proposta di legge sull’estensione del matrimonio agli omosessuali uguale alla tua». Oltre che dei gay nel Pd si continua a discutere di primarie. E il protagonista è ancora una volta Matteo Renzi. «Io farò di tutto per far perdere le primarie a Bersani, poi se vincerà  sarò il primo ad aiutarlo a vincere le elezioni», dice il sindaco di Firenze. Secondo Renzi, «sarebbe assurdo non fare le primarie. Bersani ha detto che le faremo e io credo a Bersani. La data non conta, conta il significato ». Infine, il sindaco fiorentino spezza una lancia a favore del sistema elettorale comunale e si dice «assolutamente per le preferenze».


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