«Subito lo scudo anti-speculatori» Parigi scende in campo per Roma
PARIGI — Sotto la pioggia di Reims, davanti alla cattedrale bombardata dai tedeschi fin dalla Prima guerra mondiale, il presidente Franà§ois Hollande e la cancelliera Angela Merkel hanno parlato dei destini eterni della «irrinunciabile» amicizia franco-tedesca, con i toni solenni ed epocali adatti all’occasione (i cinquant’anni della riconciliazione tra Francia e Germania sancita da de Gaulle e Adenauer); negli stessi istanti, sotto il sole di Aix-en-Provence, il ministro delle Finanze Pierre Moscovici concordava con il premier italiano Mario Monti iniziative molto più concrete e a brevissimo termine: «Dobbiamo parlare subito, già nell’Eurogruppo di domani (oggi per chi legge, ndr), di unione bancaria e scudo anti-spread per aiutare chi, come l’Italia, ha un problema con la volatilità dei tassi».
A Reims i proclami ideali, nella Aix-en-Provence cuore dell’Europa del Sud la ricerca di misure reali. La giornata di ieri, che nelle intenzioni avrebbe dovuto rilanciare l’alleanza Parigi-Berlino dopo mesi di contrasti e dissapori, ha finito per ribadire oggettivamente lo stato attuale delle cose: Francia e Germania restano centrali nella costruzione europea, è vero, Merkel e Hollande hanno usato ogni parola per ribadirlo dopo avere ricordato gli orrori di guerre che ormai uniscono più che dividere, ma è con l’Italia che la Francia si trova d’accordo quanto alla crisi dell’euro e ai modi per superarla. Lo spostamento di peso dal Reno al Mediterraneo, intravisto al vertice di Bruxelles del 28 e 29 giugno, sembra continuare.
«A Bruxelles abbiamo trattato le emergenze — ha detto il ministro Moscovici — ma ora dobbiamo creare un nuovo sistema. La ricapitalizzazione diretta della banche spagnole da parte del fondo salva-Stati Esm è legata alla realizzazione della supervisione bancaria unica». Nella riunione di oggi, i ministri delle Finanze della zona euro dovranno proseguire nella strada già tracciata a Bruxelles per ridurre gli spread di Italia e Spagna, e la posizione della Francia sembra — di nuovo — oggettivamente più vicina alle ragioni dell’Europa del Sud che a quelle di Berlino. «Le nostre idee sono molto convergenti, abbiamo rapporti molto fiduciosi, che vanno nello stesso senso», ha detto il ministro Moscovici dopo l’incontro con Monti a margine del convegno «Rencontres économiques» organizzato come ogni anno dal Cercle des économistes. «Con Monti siamo d’accordo sull’analisi dell’ultimo vertice Ue — ha continuato il ministro francese — e mi piace l’immagine che ha utilizzato: “Abbiamo aperto una porta che era chiusa, ora dobbiamo decidere la strada da prendere”».
Sulla strada da prendere, a Reims, Hollande e Merkel sono rimasti piuttosto sul vago, riaffermando comunque — come al solito con accenti diversi — la necessità di un’unione monetaria, bancaria e infine politica europea. «Occorre coniugare la sovranità nazionale con il nostro impegno europeo», ha detto Hollande, aggiungendo: «Dobbiamo avanzare ad un ritmo più veloce e che chiamo integrazione solidale». La cancelliera Merkel è stata come sempre più esplicita sul bisogno di arrivare a una vera «unione politica, un’impresa degna di Ercole ma che è alla portata dell’Europa».
La cerimonia solenne di Reims è stata in parte turbata dalla profanazione di un cimitero tedesco nelle vicine Ardenne: 50 erano gli anni dall’incontro Adenauer-de Gaulle, 50 più 1 sono state le tombe di soldati tedeschi danneggiate. «Nessuna forza oscura e nessun atto stupido potranno alterare il movimento profondo di amicizia franco-tedesca», ha detto un Hollande giunto alla cerimonia da solo, ancora una volta non accompagnato dallapremière dame Valérie Trierweiler, ormai del tutto scomparsa dalla scena pubblica dopo il suo tweet del 12 giugno contro Ségolène Royal.
A Reims Hollande e Merkel si sono dati appuntamento al 22 gennaio 2013 per approfondire e rilanciare, dopo cinquant’anni, il Trattato dell’Eliseo che lega i due Paesi. A Aix-en-Provence Moscovici e Monti — più operativi — hanno annunciato per il 20 luglio un nuovo Eurogruppo che dia l’attuazione più rapida possibile alle decisioni prese dai Ventisette.
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