by Editore | 15 Luglio 2012 13:38
PARIGI Un piccolo tono marziale, in sintonia con la sfilata del 14 luglio appena conclusa, per affermare che il piano di riduzione del personale di Peugeot che colpisce 8mila persone «così com’è non è accettabile e non sarà accettato». Non dovrà esserci «nessun licenziamento» e Aulnay dovrà «restare un sito di produzione industriale». Nell’intervista del 14 luglio, esercizio tradizionale che il predecessore Sarkozy aveva abolito e Hollande ha ripristinato, il presidente ha sollevato un po’ il velo sul «piano auto» che il ministro del Riassetto economico, Arnaud Monteborg, dovrà presentare il 25 luglio prossimo: ci saranno incentivi all’acquisto di auto pulite made in France , aiuti per la ricerca e l’innovazione e facilitazioni per accedere a crediti bancari per chi acquista un’automobile. Nell’intervista di 45 minuti, ci sono state due altre informazioni: l’ex primo ministro Lionel Jospin verrà nominato a capo di una Commissione che dovrà fare proposte sul rinnovamento della vita politica (farla finita con il cumulo dei mandati dei parlamentari, dose di proporzionale alle elezioni, misure per impedire i conflitti di interesse, finanziamenti della politica più chiari, etc.). Il secondo annuncio è in realtà una conferma: la Francia non inserirà la «regola aurea» del bilancio dello stato in equilibrio nella Costituzione, ma ottempererà alla richiesta del Fiscal Pact con una «legge organica». Del resto il Fiscal Pact, che per Hollande è stato «rinegoziato» con l’aggiunta del Patto per la crescita, dei meccanismi di stabilità finanziaria e della Tassa sulle transazioni finanziarie, sarà votato in un pacchetto comune assieme a tutte le modifiche avvenute in ambito Ue, appena il Consiglio costituzionale dirà se è necessaria una riforma della Costituzione. Anche in Europa e in particolare nei rapporti con Angela Merkel, Hollande ha vantato le doti del «compromesso». Per il resto, in un’intervista ingessata realizzata da due vedette delle principali reti tv (France2, pubblica e Tf1, privata) e che l’opposizione ha subito definito «demagogica» e «una cortina di fumo», Hollande ha giocato soprattutto la carta simbolica. Già con la scelta del luogo: aveva promesso di non fare interviste dall’Eliseo, simbolicamente troppo autoritarie, e così ha scelto l’Hotel de la Marine, in place de la Concorde, con l’Assemblea nazionale sullo sfondo, un edificio costruito sotto Luigi XV che sotto Sarkozy ha rischiato di essere in parte trasformato in centro commerciale in mano a un gruppo di privati. La parola più ricorrente dell’intervista è stata «sforzo»: i francesi sono chiamati a fare grossi sforzi in questo periodo di crisi ma, ha assicurato Hollande, saranno realizzati con «giustizia». I ricchi, favoriti da Sarkozy, pagheranno più tasse mentre -promette – non ci saranno nuove imposizioni che peseranno sulle «classi medie». Il compito che Hollande deve realizzare è risanare il paese, ridimensionare il debito, riportare competitività e occupazione. Hollande però non sarà un presidente che «decide di tutto» ma colui che dà la rotta lasciando agire il governo. Prudenza invece in campo internazionale: il ministro degli esteri, Laurent Fabius, aveva parlato di una possibilità di intervento in Mali, Hollande ha precisato che si tratta di lasciar decidere gli africani sull’azione da realizzare per fermare i terroristi che distruggono anche i siti storici, ma che «non ci sarà l’esercito francese» in campo. Sulla Siria, il presidente ha ricordato la posizione di Parigi: pressioni su Assad e su Russia e Cina perché tolgano il veto a una risoluzione Onu. Riguardo alle polemica sulla compagna Valérie Trierweiler, la risposta non è stata più lunga del tweet che ha scatenato le critiche: «La distinzione tra vita pubblica e vita privata deve essere chiara, gli affari privati si regolano nel privato, l’ho detto ai miei famigliari». Anche se Hollande «capisce» che trovare il proprio ruolo non è facile per la first girlfriend , che lo accompagnerà «quando il protocollo lo richiede». Cosa «non molto frequente», ha aggiunto.
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