LO STREGA DI SEGRATE

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Per due voti, Alessandro Piperno ha vinto lo Strega 2012. E con lui Mondadori che si è ripresa il premio che aveva vinto nel 2010 con Pennacchi. Questi i dati finali: Alessandro Piperno, Inseparabili (Mondadori) 126 voti, Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie) 124, Gianrico Carofiglio, Il silenzio dell’onda (Rizzoli) 119, Marcello Fois, Nel tempo di mezzo (Einaudi) 48, Lorenza Ghinelli,

La colpa (Newton Compton) 16. La notte è stata lunga e la sfida intensa, perché aperta a tre nomi. E Piperno, proprio nel finale, ha rimontato su Emanuele Trevi da cui lo separavano 24 voti al primo turno e che anche ieri sera stava davanti. Così l’autore di
Inseparabiliha tagliato il traguardo della sessantaseiesima edizione del Premio Strega. I voti dei 400 Amici della Domenica e dei 60 lettori scelti dalle librerie lo hanno decretato vincitore (presidente del seggio, come da tradizione, il vincitore dell’edizione passata Edoardo Nesi). Mondadori con questo successo riafferma il suo dominio, collezionando la sesta vittoria nelle ultime dieci edizioni (considerando anche quella einaudiana di Scarpa nel 2009). Lo Strega per uno scrittore come Piperno poteva essere un boomerang, ma da oggi per Inseparabili si apre un nuovo capitolo, anche sul piano del mercato e delle vendite, che sin qui non erano state altissime. La battaglia e’ stata sofferta, sempre sul filo di pochi voti. Ma a 350 schede sembrava che Trevi fosse in volata con un vantaggio di 12 voti su Piperno. Poi la rimonta. Alla fine al tavolo Mondadori si festeggia. Mentre Piperno, intervistato sul palco da Rai Uno, dice, “E’ stata una battaglia dura e leale, mi ero dato per perso”. Poi ringrazia la Mondadori per lo «straordinario
lavoro». Al tavolo di Ponte alle Grazie commentano: «Meno male che lo riconosce!».
Altissima la percentuale dei votanti (96%, 434 su 460) per un premio che è stato anche, per la prima volta, aperto a tre nomi: Trevi, Piperno e Carofiglio. Con molto tifo e partecipazione dai tavoli. Per Piperno c’era Renata Colorni a tenere i voti, mentre il gruppo di Ponte alle Grazie-Gems usava il cellulare. Tanti i presenti più o meno interessati, da Inge Feltrinelli a Fabrizio Gifuni. Fino a Giulio Tremonti (“Sono qui solo per salutare gli amici, come autore. Non parlo”). E tutti hanno seguito fino alla fine la gara.
La competizione partiva da un primo turno a sorpresa: la volata di Trevi in cinquina non era stata prevista (92 voti contro i 70 di Carofiglio e i 68 di Piperno).
L’anno scorso il distacco non era stato così ampio: Edoardo Nesi si presentò al Ninfeo con 11 voti di scarto su Bruno Arpaia e Mariapia Veladiano. Finì con Nesi che doppiò gli altri due, vincendo con 138 voti.
Le ultime ore per le case editrici sono state quelle delle tattiche incrociate e delle contrattazioni. Lo Strega, si sa, è un po’ come il Risiko, vince chi ha la strategia più efficace. Tra gli interrogativi della vigilia, uno era sembrato il più pressante: Einaudi avrebbe difeso i suoi voti o li avrebbe fatti convergere su Piperno? Nell’edizione scorsa i due colleghi-sfidanti Veladiano
e Desiati (Einaudi e Mondadori) hanno alla fine giocato per sé, finendo con 74 e 73 voti. Nel 2008 invece Paolo Giordano (Mondadori) riuscì a “prendere” molti voti a Diego De Silva (Einaudi), che partito con 58 si ritrovò a 22. Certo, i finalisti di questa edizione erano assai diversi tra loro. Da una parte Trevi, uno scrittore- critico letterario, che si presenta con un libro sostenuto dal terzo gruppo editoriale italiano (Gems) e considerato anomalo da chi vorrebbe sul podio un “vero” romanzo, dall’altra Piperno, che invece ha scelto una struttura più classica, e poi Carofiglio, l’inventore del legal thriller all’italiana che qui ha portato un romanzo più tradizionale. Gli editori non si sono risparmiati per sostenerli, con telefonate, email e la variante del cocktail-con-scrittore. Segrate, scegliendo Piperno, ha dimostrato di voler vincere, in barba ai successi precedenti. E anche il gruppo Rizzoli era motivato a fare il bis a distanza di un
anno. D’altra parte il nome di Piperno già  circolava, come candidato, dal 2010, quando già  si sapeva quanto Mondadori contasse su di lui. Allora si era parlato anche di Trevi, sembrava che Il libro della gioia perpetua potesse essere scelto dalla scuderia Rizzoli. Poi, come sappiamo, la spuntò Acciaio di Silvia Avallone.
Si ami o si odi, un fatto è certo: lo Strega sposta più copie degli altri premi in circolazione. È sempre stato così. La vittoria del
Gattopardo nel 1959 incrementò le vendite da 60 mila a 250 mila. E per stare a tempi più recenti, Paolo Giordano è arrivato con 60 mila copie e dopo la vittoria è salito a un milione, Ammaniti è passato da 260 mila a 400 mila, Veronesi da 50 mila a 350 mila. Non è solo una questione di prestigio, vincere significa vendere: oggi Carofiglio parte da 260 mila copie, Trevi da 20 mila, Piperno da 60 mila.
Quest’anno poi sono entrate in vigore le riforme volute da Tullio De Mauro, presidente della Fondazione Bellonci, che vedono raddoppiato il numero di lettori “forti” (diventati 60), molto importanti per il risultato finale, ma poco sensibili ai corteggiamenti editoriali. I giurati inoltre non sono più eletti a vita (la media dell’età  rimane però over 65) e chi partecipa al premio deve rinunciare a votare (ed è il caso di Trevi, Carofiglio e Fois, tutti e tre Amici della Domenica).
L’ultima verità , però, è che non vince una donna dal 2003, l’anno di Melania G. Mazzucco (Vita,Rizzoli).


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