«Niente ripresa, ma l’euro debole aiuta»

Loading

ROMA — «Non esistono possibilità  di ripresa entro l’anno». È il Centro Studi della Confindustria a certificare in maniera inequivocabile una situazione che i dati su produzione, ordinativi, occupazione, accesso al credito, diffusi ormai con cadenza giornaliera dagli istituti di ricerca, descrivono critica per l’economia Italia. E che il presidente Giorgio Squinzi, dopo aver sentito al telefono il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sintetizza così: c’è «molta preoccupazione, davvero molta preoccupazione». 
«Lo scenario globale è ulteriormente peggiorato. E in Italia la diminuzione del Pil proseguirà », spiega il Centro Studi nella «Congiuntura flash» diffusa mensilmente. E dallo studio arriva anche una bocciatura dell’approccio alla crisi da parte dell’area Euro e della Banca centrale europea.
Il secondo trimestre — sintetizza il Csc — si è chiuso con tutti gli indicatori congiunturali in ribasso, soprattutto i nuovi ordini, annullando le probabilità  di rilancio nella seconda metà  dell’anno. Un piccolo spiraglio si aprirà  a breve: c’è – evidenzia lo studio – qualche timido segnale di rallentamento della flessione a partire dall’estate inoltrata. Ma non basta. Perché rispetto all’evoluzione della situazione, per uscire dalla crisi «quasi tutto» ora dipende da «Eurolandia, che sempre più appare intrappolata in una spirale depressiva», a causa oltre che di fattori oggettivi come lo sgonfiamento della bolla immobiliare, della stretta creditizia e dal calo dei consumi da parte delle famiglie, anche «dell’incertezza e dei danni che la gestione europea della crisi provoca, tra l’altro con politiche di risanamento troppo restrittive». Le misura fin qui adottate, in sostanza, non solo non riescono a far arretrare gli spread ma «aumentano l’incertezza». 
Nel bollettino gli industriali evidenziano anche che «la Bce agisce in misura limitata sia con gli strumenti ordinari (i tassi) sia con quelli straordinari (l’acquisto diretto di titoli di Stato), per vincoli politico-culturali più che istituzionali». Una affermazione che arriva nel giorno dell’ottimismo diffuso dalla rassicurazione del presidente Bce, Mario Draghi, che si è detto pronto a tutto in difesa della moneta unica. La Banca centrale europea — si ricorda nell’analisi della Confindustria — a luglio ha tagliato il tasso ufficiale allo 0,75 (dall’1%), «accorciando il gap rispetto alle politiche più espansive seguite da altre Banche centrali», ma — suggerisce — ha lo spazio per ridurre ancora quel tasso, almeno fino allo 0,25% che la Federal Reserve sta praticando ormai da quattro anni. Viene poi criticato il fatto che «la Bce ha azzerato il tasso sulla deposit facility», quello che la banca centrale riconosce ai depositi, ma «non si è sbloccato l’interbancario». Quindi «gli istituti di credito hanno trasferito i propri fondi alcurrent account», il loro conto con le riserve obbligatorie a Francoforte, «invece di prestarli ad altri istituti, famiglie e imprese». 
Così, «il credit crunch si accentua»: in Italia a maggio i prestiti alle imprese sono scesi dello 0,7%, e il 32,9% delle imprese ha registrato condizioni di credito peggiori nel secondo trimestre e il 26,1% liquidità  insufficiente per il terzo. Tutto questo è collegato «al progressivo deterioramento delle prospettive occupazionali». A maggio i disoccupati erano il 10,1% della forza lavoro. 
L’altro lato della medaglia è che la svalutazione dell’euro rispetto alle principali valute «sosterrà  le esportazioni». Un cambio dollaro-euro a 1,21, come quello di questi giorni, rispetto all’1,32 indicato dal Centro Studi un mese fa, «può determinare in Italia un maggior Pil pari a 0,7 punti percentuali nel 2013».


Related Articles

Indesit, 5mila in piazza: “Per il futuro dei nostri figli”

Loading

Fabriano invasa dal corteo. Bloccati i centri sociali che provano a irrompere nell’azienda    

Forum Cooperazione. Intervista a Laura Rosina

Loading

   Donne protagoniste al Forum – Foto: affaritaliani.libero.it

Abbiamo intervistato Laura Rosina, volontaria di Medicus Mundi da poco rientrata dall’Argentina e che ha partecipato recentemente al Forum sulla decrescita di Venezia. La volontaria è intervenuta al Forum della Cooperazione Internazionale dal pubblico. Ha partecipato al gruppo “Come fare cooperazione e come valutare?” Il suo interessante intervento, peraltro mostrato al Tg2 (video e non audio) non era tra i cento relatori previsti dal Forum.

Il lavoro con licenza del Colle

Loading

Il consiglio dei ministri dopo una discussione fiume approva un disegno di legge «salvo intese». Ma niente modifiche. E Monti già  preme per l’approvazione prima dell’estate

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment