L’ingaggio milionario di Ibrahimovic scandalizza la Francia di Hollande
Il calciatore che il Qatar, proprietario del Psg, ha comprato dal Milan, ancora prima della modifica fiscale che imporrà un prelievo del 75% per tutti i guadagni che eccedono il milione di euro l’anno, avrebbe negoziato uno stipendio «netto» di 14 milioni di euro. In altri termini, secondo i conti fatti da un avvocato fiscalista, il Psg dovrà sborsare tra i 70 e gli 80 milioni di euro l’anno per garantire a Ibra di mettersi in tasca 14 milioni l’anno (e al tempo stesso pagare la tassa al 75% e i contributi).
Uno «choc» per il governo, uno «stipendio indecente» per il ministro del bilancio Jérà´me Cahuzac: «Sport non vuol dire pagare 15 milioni un giocatore, fosse anche straordinario. Il problema non si pone solo in Francia, ma in Europa. Vorrei che i dirigenti del calcio ritrovassero il senso comune», ha commentato il ministro, che prevede il rischio dell’esplosione della bolla del football.
Il clima è molto teso in queste ore all’Assemblea francese. La destra accusa la nuova maggioranza di accanirsi a disfare tutto quello che ha fatto da Sarkozy in cinque anni per alleggerire il fisco. Il primo scontro è stato sull’abolizione della defiscalizzazione degli straordinari, che costa 5 miliardi l’anno al fisco francese. «State rubando i soldi in tasca ai lavoratori», accusa la destra. Ieri, l’Assemblea ha votato un ritorno al passato del calcolo della patrimoniale: è stato cancellato l’alleggerimento concesso da Sarkozy nel giugno 2011 e che è costato alle casse pubbliche 2,3 miliardi di euro. Il governo non ha pero’ toccato il montante da cui scatta la patrimoniale: continuano a pagare l’Isf (Imposta sulla fortuna) tutti coloro che hanno un patrimonio superiore a 1,3 milioni di euro (prima di Sarkozy era 800mila euro). Per chi supera i 4 milioni, ci sarà quest’anno un «contributo straordinario», nell’attesa di una riforma complessiva dell’Isf per la finanziaria 2013.
Per le 30mila famiglie di ricchissimi, l’Isf dovrebbe raddoppiare quest’anno, arrivando a una media di 95mila euro a testa. La destra parla di «confisca», perché è saltato anche lo scudo fiscale di Sarkozy, che impediva prelievi superiori al 50% del reddito (e che aveva condotto a casi scandalosi di «assegni» di rimborso milionari, 30 milioni per esempio a Liliane Bettencourt de L’Oréal). Verrà interpellato il Consiglio costituzionale (puo’ succedere che chi ha un grosso patrimonio, ma un reddito basso, debba pagare più del 100% dei guadagni). Tagli anche ai vantaggi fiscali per le donazioni, in attesa di un giro di vite sulle successioni: scende a 100mila ogni 15 anni la donazione esentasse per i figli (era di 159mila ogni 10 anni). La nuova maggioranza ha abolito l’ «Iva sociale» che avrebbe dovuto entrare in vigore in autunno, una tassa che doveva colpire i prodotti importati per sollevare i contributi padronali (e aumentare la competitività del made in France). Non si sa da cosa sarà sostituita, ma si parla di un aumento della Csg, una tassa istituita ai tempi di Rocard, che pagano quasi tutti per «rimborsare il debito sociale». RICCHI IN RIVOLTA
Approvate le prime misure del nuovo governo: timide revisioni delle tasse in senso patrimoniale sono sufficienti a scatenare le critiche feroci
dei «paperoni francesi»
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