by Editore | 14 Luglio 2012 12:44
ROMA — Due gradini sopra i «titoli spazzatura». Al pugno nello stomaco assestato da Moody’s ai titoli italiani la Commissione europea reagisce subito, quasi a tentare di frenarne l’effetto sui mercati. «Non abbiamo considerazioni da fare sul contenuto (del declassamento, ndr), ma possiamo legittimamente e seriamente interrogarci se il timing (tempistica, ndr) sia stato appropriato o meno» dice il portavoce del commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn. «Non sarebbe un’esagerazione dire che le misure adottate dall’Italia sono impressionanti, se non senza precedenti», ha concluso. Nessun commento sull’«incertezza politica» cui allude Moody’s nel giudizio ma la portavoce del presidente José Manuel Barroso sottolinea che per tutti i Paesi dell’Euro è «importante far durare le riforme». Per il vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani, «non sempre le osservazioni delle agenzie di rating corrispondono al vero e «spesso sono ” a orologeria».
Assente Mario Monti, in trasferta negli Usa, la difesa del Paese è assunta dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, secondo cui il giudizio di Moody’s è «del tutto ingiustificato e fuorviante» e «non tiene conto del lavoro che il nostro paese sta facendo», laddove invece «i mercati questo riconoscimento lo daranno nel tempo». Ironico il commento del responsabile degli Esteri, Giulio Terzi: «Stiamo parlando della stessa agenzia che nel settembre 2008 dava a Lehman Brothers altissimi rating poche ore prima del crollo da cui tutta la crisi mondiale è originata?».
Anche il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, pensa che «il nostro Paese manifatturiero sia molto più forte di quello che appare nelle valutazioni di Moody’s». Gli fanno eco Abi, Ania, Alleanza delle Cooperative Italiane e Rete Imprese Italia per cui «il Paese è solido». Stesso giudizio, per una volta, di Cgil, Cisl e Uil.
Nel mondo politico i commenti si dividono. Fabrizio Cicchitto per il Pdl ritiene che «il problema sia europeo» e si arrabbia con il giornalista di Radio Radicale che adombra un nesso tra il declassamento e la ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi. Nel Pd il responsabile economico Stefano Fassina considera quella di Moody’s «una bocciatura della linea di politica economica imposta all’area euro dai conservatori tedeschi e da larga parte delle tecnostrutture europee», al contrario il suo compagno di partito, Francesco Boccia, la giudica «incomprensibile». «Moody’s degrada se stessa» afferma Pier Ferdinando Casini per l’Udc. All’opposizione Roberto Calderoli (Lega), Antonio Di Pietro (Idv) e Francesco Storace (la Destra) se la prendono con i «professori».
Delle agenzie di rating «non dovrebbe fottercene di meno — dice Grillo su Twitter —. Rilancio l’idea dell’istituzione della Grillo&Rich’s per retrocedere gli Stati Uniti alla C».
Severo il quotidiano economico Wall Street Journal: «La preoccupazione chiave di Moody’s è valida: l’Italia è vulnerabile a un aumento dei costi di finanziamento o a una perdita dell’accesso al mercato a causa del contagio».
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