L’Eliseo prepara i tagli ma vuole la concertazione

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L’effetto del Consiglio europeo del 28-29 giugno è già  sgonfiato, la crisi cresce. Oggi Franà§ois Hollande riceve Angela Merkel a Reims, per celebrare i 50 anni del Trattato dell’Eliseo, firmato nel ’63 da Charles De Gaulle e Konrad Adenauer. Un’occasione per celebrare l’«amicizia» tra i due paesi e rispondere alle accuse, per Hollande, di aver rotto l’«asse» franco-tedesco. Il problema è che le posizioni restano inamovibili: la Germania, assieme ai suoi alleati rigoristi (Finlandia, Austria, Olanda), continua a pretendere che prima di mettere in moto una qualche solidarietà  intra-europea tutti facciano «i compiti a casa». E domani la Francia comincerà  i suoi, alla sua maniera. È convocata per lunedì e martedì infatti una «grande conferenza sociale». Circa 200 rappresentanti di sindacati e padronato si riuniscono in sette tavole rotonde, presiedute da altrettanti ministri, per definire i termini del nuovo «dialogo sociale» nell’era del potere socialista. Si tratta di gettare le basi di un progetto a medio termine, di stabilire un calendario delle trattative. Il metodo cambia rispetto all’era Sarkozy, caratterizzata dall’autoritarismo del governo, ma non è certo che muti molto la sostanza. Il governo cerca di proteggere la crescita, rifiuta di parlare di «rigore». Nella sostanza, Hollande intende sottomettere già  entro luglio al voto parlamentare il Fiscal Pact così com’è (aveva promesso di modificarlo), mettendo sul tavolo tutti i «passi avanti» dell’ultimo Consiglio: il misero Patto di crescita (che avrà  un valore giuridico inferiore a quello del Fiscal Pact ), l’unione bancaria e l’intervento del futuro Mes (il nuovo salva-stati) a favore delle banche e l’anti-spread, per rendere un po’ meno amara la partita. In parlamento si annuncia una battaglia rude, con il Front de Gauche , che non ha votato la fiducia al governo Ayrault, pronto a far rinascere lo scontro epocale del 2005, con il referendum che bocciò il Trattato costituzionale (e che spaccò il Ps, con la direzione a favore del sì). Il governo prova a proteggere la crescita. Per il momento, ha annunciato un aumento delle tasse di 7,2 miliardi per il 2012, soprattutto sui più ricchi e sulle grandi imprese. Ayrault cerca di evitare che la pressione fiscale vada a detrimento del potere d’acquisto della classi medie e popolari. Non ci sono ancora annunci chiari sui tagli alle spese, salvo un numero costante di pubblici dipendenti, che andrà  a detrimento dei ministeri «non prioritari» (tutti, salvo tre: scuola, polizia e giustizia) e riduzioni nella spesa. Alle tavole rotonde della conferenza sociale verranno definite le proposte dei «lavori d’avvenire» e le modalità  del nuovo «contratto di generazione» promesso in campagna elettorale: sgravi di contributi per le imprese che assumono un giovane e conservano un senior che farà  da tutore. Il governo è pronto a concedere ai sindacati più sanzioni contro le imprese che licenziano per ragioni finanziarie, senz a motivi reali. In cambio però sarà  sul tavolo la controversa questione della flessibilità  del lavoro: per ora sono stati sospesi i contratti «competitività -lavoro» di Sarkozy, che permettevano di abbassare i salari per mantenere l’occupazione in caso di crisi. Il governo si prepara a presentare una proposta di flexi-sicurezza sul modello danese (più flessibilità  ma percorsi professionali sicuri).


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