I paletti di Casini sui temi etici: non accetto né pongo ultimatum

by Editore | 22 Luglio 2012 15:50

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ROMA — «Sui temi eticamente sensibili non accettiamo e non diamo ultimatum». Pier Ferdinando Casini, dopo le polemiche provocate dalle sue parole sulle nozze gay, rilancia con una rivendicazione di orgoglio e di autonomia. Ma il leader dell’Udc esclude anche l’ipotesi di mettere veti ad alleanze con partner che non la pensino nello stesso modo. Dunque il contrasto con il Pd c’è e non viene negato, ma non è insuperabile. Alle accuse di ambiguità , Casini replica: «Chi, come Alemanno, dice che guardiamo un giorno a destra e un giorno a sinistra, non ha capito nulla. Noi abbiamo la nostra storia e non vogliamo essere vassalli né di destra né di sinistra».
Casini nei giorni scorsi ha definito i matrimoni tra omosessuali «incivili» e «una violenza della natura». Ma ha avuto meno eco l’altra parte della dichiarazione, che ora viene rivendicata dal segretario Lorenzo Cesa: «L’Udc ha fatto grandi aperture doverose verso il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Non si può strumentalizzare una frase estrapolata». Sulla stessa linea Luciano Ciocchetti e Roberto Rao: «C’è stato un grande avvicinamento di posizioni verso il Pd». In effetti, grattata la crosta delle dichiarazioni a effetto, resta la sostanza: sia Pd sia Udc sembrano pronti a riconoscere giuridicamente i diritti delle coppie di fatto.
Resta agli atti, inoltre, la dichiarazione di Casini che vorrebbe lasciar fuori i temi etici da un patto di governo. E a questo si attacca subito Nichi Vendola: «Difficile che nasca un esecutivo che non abbia in agenda i temi etici e civili». Ma per ribadire che, in fondo, la questione etica non è dirimente, ecco il pd Enrico Letta: «Ovvio che alcune dichiarazioni, come quelle di Casini sui matrimoni gay, non aiutano. Ma il tema di fondo per le alleanze è legato alla legge elettorale».
Casini ieri ha indicato la direzione di marcia per il suo partito, in vista del dopo Monti: «La nostra è l’area della responsabilità  contro il populismo. Per noi le alleanze non potranno più essere costituite sulla sudditanza degli uni agli altri. Noi organizziamo il campo della responsabilità , auguri agli altri».
Con Bersani il rapporto personale, riferiscono fonti a lui vicine, «resta eccellente», ma Casini è costretto a smarcarsi da certi «eccessi» a sinistra, che non rientrano nel dna dell’Udc. I temi etici sono uno dei principali campi minati, ma lo sono anche nei confronti del Pdl, come dimostra la reazione di Maurizio Gasparri: «Casini non deve prendere lezioni ma neppure darne al Pdl, che ha fatto scelte chiare per la vita, la persona e la famiglia». I rapporti con i moderati del centrodestra sono difficili, ma restano aperti, con la pesante discriminante della presenza di Silvio Berlusconi.
Mentre Anna Finocchiaro esclude l’ipotesi di un’alleanza con l’Idv — «Dopo gli attacchi al Colle, non è neppure pensabile» — resta da capire se l’intesa tra Pd e Udc resisterà . Forse non bisognerà  aspettare tanto, se si avvererà  la tesi di una crisi anticipata e pilotata in autunno: «Quella che sembrava un’ipotesi remota — dice Rao — ora non si può più escludere. Se il Pdl, diviso su tutto, si creerà  un alibi per togliere il sostegno a Monti, il Pd potrebbe non sentirsela di farsi carico di provvedimenti impopolari. E dunque potrebbe verificarsi l’ipotesi di una crisi a ottobre. Fermo restando che una legge elettorale nuova va fatta comunque e va approvata entro luglio da un ramo del Parlamento».

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