Hera, tutto pronto per la fusione con Acegas
MILANO — Dopo due anni di nulla di fatto, riparte il processo di aggregazione delle utility locali. Un progetto che vede il sostegno del governo Monti, favorevole alla creazione di un’unica società dei servizi locali che metta assieme tutte le principali aziende quotate in Borsa. Anche se, per il momento, si procede per piccoli passi.
Il prossimo verrà compiuto fra pochi giorni: per mercoledì 25 luglio sono convocati i consigli di amministrazione dell’emiliana Hera e del gruppo del triveneto AcegasAps. Dopo due mesi di trattative, tutto è pronto per dare via libera all’operazione che porterà alla fusione tra le due società e alla creazione di un’azienda da 1,4 miliardi di capitalizzazione
di Borsa, leader in Italia nel settore della gestione dei rifiuti e degli impianti di termovalorizzazione.
L’accordo è stato raggiunto negli ultimi giorni, sia sul valore dei concambi, sia sulla governance.
Sia sul fatto che AcegasAps manterrà il suo marchio e la sue sedi in Friuli, condizione essenziale per mantenere i vantaggi fiscali che gli derivano dal regime di Regione a statuto speciale. L’operazione non prevede
una fusione a tutti gli effetti, ma uno scambio di partecipazioni. Hera (la società che ha i comuni di Bologna, Ravenna e Modena come soci di primo piano) acquisirà il 100 per cento della holding che controlla Acegas-Aps, in questo momento divisa tra i comuni di Trieste (51 per cento) e (Padova 49%).
Queste ultime entreranno direttamente nel capitale di Hera con una quota compresa tra il 7 e il 7,5 per cento a testa (anche se, probabilmente, un 1-2 per cento verrà liquidato in contanti). In questo modo, si conferma il modello di governance che il gruppo emiliano ha scelto dieci anni fa, nel momento della quotazione a Piazza Affari. Crescere aggregando singole società più piccole e per contiguità geografica, mantenendo un azionariato
diffuso tra le amministrazioni locali.
Per Hera si tratta anche di un successo politico, sia a livello nazionale che locale. Da una parte ha battuto la concorrenza di Iren (la società delle ex municipalizzate di Torino, Genova, Piacenza, Parma e Reggio) che a sua volta ha cercato di corteggiare Acegas-Aps. Dall’altra, si pone sempre di più come il polo che può aggregare il frammentato panorama sia delle altre aziende del Veneto sia della vicina Toscana. In questo modo rafforza la sua posizione in vista di quello che sarà , in futuro, la trattativa più difficile per la fusione con la lombarda A2a e la stessa Iren. Ma, nonostante le spinte del governo, se ne riparlerà nei prossimi anni.
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