by Editore | 26 Luglio 2012 13:32
Insomma, la Groenlandia si è sciolta in appena quattro giorni: si capisce che gli scienziati non volessero crederci. E’ ben noto che la regione artica è un punto critico, dal punto di vista del cambiamento del clima, dove il processo di riscaldamento si sta mostrando più rapido che altrove: ma non a questo punto. Si tenga conto ogni estate circa metà della superfice dello strato di ghiaccio che ricopre la Groenlandia si scioglie. In alta quota (e nell’interno) di solito l’acqua di ricongela rapidamente dove sta, mentre sulla costa va a finire in mare. Gli scienziati non hanno ancora potuti stabilire se e quanto l’episodio di scioglimento di questa estate avrà contribuito ad alzare il livello degli oceani.
Cosa ha provocato uno scioglimento così esteso, estremo, e rapido? Gli scienziati della Nasa ipotizzano che sia dovuto a una massa particolarmente forte di aria calda, o «cupola di calore», arrivata sulla Groenlandia questo mese seguendo altre, meno intense, che avevano dominato il clima nella zona fin dal maggio scorso. L’ultima «cupola» ha cominciato a muovere sull’isola l’8 luglio; circa tre giorni dopo si era assestata sull’intera coltre di ghiaccio groenlandese, prima di cominciare a dissiparsi il 16 luglio.
E’ dunque la «cupola di calore» che ha provocato un disgelo così rapido ed esteso. Ha mostrato segno di disgelo perfino la zona intorno alla Summit Station, la stazione di ricerca meteorologica della National Oceanic and Atmospheric Administration (degli Stati uniti), situata a 1.600 metri sul livello del mare nel centro della Groenladia – al punto più alto della coltre di ghiaccio che ricopre l’isola. Si tratta di una zona che non si scioglieva dal 1889, a quanto si può stabilire dall’analisi delle stratificazioni del ghiaccio. Eppure, i ricercatori là hanno registrato per parecchie ore, tra 11 e 12 luglio, temperature superiori o nell’ambito di un grado dal punto di scioglimento. Lora Koenig, glaciologo del Centro spaziale Goddard della Nasa, ha spiegato che dall’analisi degli strati di ghiaccio in quella zona è stato stabilito che un evento simile – la «cupolea di caldo» – avviene una volta ogni 150 anni in media: se l’ultima volta è stato nel 1889, i tempio sono rispettati. «Ma se continueremo nei prossimi anni a osservare scioglimenti come questo, allora bisognerà preoccuparsi parecchio».
Lo scioglimento dei ghiacci di metà luglio è il secondo fenomeno anomalo registrato in Groenlandia quest’estate. La settimana scorsa un gigantesco iceberg, grande due volte l’intera isola di Manhattan a New York, si è staccato dal ghiacciaio Petermann ed è andato alla deriva in mare (proprio come nel 2010, quando si era staccato uno dei più grandi iceberg mai registrati). Secondo gli scienziati, quegli iceberg sono un effetto del rislacdamento del clima. Ormai non si può più parlare di variazioni naturali. Tom Wagner, direttore del programma Nasa per la criosfera, dice che la «cupola di caldo», sommata agli altri fenomani anomali, è parte di una storia complessa: «Le osservazioni via satellite ci aiutano a capire come questi eventi sono collegati tra loro e con il sistema climatico globale».
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