Giù il potere d’acquisto “Ora via gli aumenti Iva”

by Editore | 7 Luglio 2012 12:17

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ROMA â€” È in caduta libera il potere d’acquisto delle famiglie. I redditi, già  magri, una volta tolta l’inflazione (che viaggia da mesi sopra il 3%), diventano anoressici. E il potere d’acquisto degli italiani va giù che è una meraviglia. Meno uno per cento nei primi tre mesi dell’anno, meno due se il confronto è con inizio 2011, il dato più basso da dodici anni, certifica l’Istat. Ma non è il solo indice dei bilanci di casa che corre in discesa. Calano gli investimenti delle famiglie. Chi s’azzarda a comprare casa? In un anno sono scesi del 4,6 per cento (dal 2,7 sugli ultimi tre mesi del 2011). E scendono i profitti delle società  ( -1,3%), che toccano il livello più basso dall’inizio delle serie storiche, cioè dal 1999. Giù anche gli investimenti (-1,2%). Regge, ci dice l’Istat, il risparmio degli italiani. Ma se tiene è solo perché il crollo c’è già  stato. Nel 2008 la propensione al risparmio era pari al 16%, ma con quattro anno di crisi è crollata al 12, il dato più basso dal 1990, per scivolare nel primo trimestre dell’anno al 9,2%. Mettere da parte qualcosa, tra l’altro, non è per tutti. Una recente indagine
Nielsen registra che il 22% degli italiani non risparmia. E chi negli anni passati era riuscito a farsi un gruzzolo, se lo sta mangiando. D’altra parte l’ulteriore erosione della capacità  d’acquisto degli italiani espressa in euro, vale per l’Istat, ben 230,8 miliardi.
«Famiglie allo stremo», denuncia il Codacons, che fa notare come la discesa del potere d’acquisto sia quattro volte superiore a quella dello scorso anno. «Peggio di tutte le previsioni — rincalzano Federconsumatori e Adusbef — il potere d’acquisto dall’inizio della crisi è sceso dell’11,8% e saranno gravissime le ricadute sulle condizioni e sul benessere delle famiglie, costrette a tagliare persino la spesa nel settore alimentare ».
Una frenata dei consumi che complica qualunque ripresa. E se i commercianti sperano nei
saldi, le associazioni dei consumatori, ne gelano le speranze. Nonostante un calo di vendite del 9% rispetto al 2011, Renato Borghi, presidente di Federazione moda Italia e vice presidente di Confcommercio, stima che in media ogni italiano spenderà  103 euro nei saldi estivi 2012, contro i 114 dello scorso anno. Per Federconsumatori la media di spesa sarà  di 127 euro. Più pessimista il Codacons che stima una spesa pro-capite di 80 euro.
Da Rete Imprese Italia arriva la richiesta al governo per derubricare definitivamente il tema del ricorso a ulteriori aumenti dell’Iva. Per Susanna Camusso, numero uno della Cgil, serve una svolta nella politica del governo che continua a «prelevare dove è facile», lavoratori e contribuenti che pagano le tasse. È questa politica che impoverisce le famiglie italiane che «stanno riducendo i consumi e il loro tenore di vita».

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