Fmi: “Crisi più grave, agite subito” e lo spread torna a sfiorare quota 500
ROMA — Allarme del Fondo monetario internazionale: la crisi globale si aggrava, la ripresa si indebolisce ovunque. Pesano i guai dell’euro, preoccupa il rischio-contagio. Perciò, «il tempo sta per finire, bisogna agire subito », per evitare un deterioramento. C’è il pericolo «che Italia e Spagna perdano l’accesso ai mercati»: in questi due paesi «continua la fuga degli investitori stranieri»; entrambi
sono in recessione quest’anno e il prossimo.
L’Fmi non fa in tempo a diffondere le sue nuove previsioni che subito lo spread tra Btp e bund vola fino a sfiorare quota 500, per l’esattezza 495, il massimo da metà gennaio. Poi ripiega a 488, con il rendimento del titolo decennale al 6,10%. Il bonos spagnolo arriva a 557 con un tasso che si riavvicina pericolosamente alla soglia-limite del 7%, a 6,81%. «Alcuni spread europei non sono giustificati dai fondamentali», precisa Carlo Cottarelli, responsabile del Fiscal monitor. Ma tant’è: nell’analisi Fmi Eurolandia è al centro della spirale recessiva. Josè Vinails, direttore del Dipartimento monetario, avverte: «E’ della massima importanza attuare completamente » gli accordi raggiunti di recente in sede Ue: dallo scudo anti-spread, che l’Italia ha voluto e che «al momento» non intende attivare, come precisa palazzo Chigi, fino al rifinanziamento delle banche iberiche: «Le misure per stabilizzarle non hanno ancora riscosso la fiducia dei mercati». E dunque, guai a tergiversare: «Le rinnovate tensioni sui debiti pubblici sono il principale fattore frenante dell’economia mondiale», si legge nel World economic outlook, il librone statistico del Fondo.
Aggiunge Oliver Blanchard, il capo economista: «Italia e Spagna hanno avviato azioni importanti nella giusta direzione». E Kenneth Kang, capo della missione italiana Fmi, aggiunge: «Le riforme del mercato del lavoro e della produttività possono aumentare il Pil fino al 6% sul medio termine». Ma Italia e Spagna «possono riuscire solo se hanno tassi ragionevoli » per rifinanziare il loro debito. «Questo implica la volontà di stabilizzare le condizioni finanziarie» da parte della Ue. Per l’Fmi la Bce dovrebbe ridurre ancora i tassi e riprendere gli acquisti di titoli di Stato.
In cifre, la crisi è densa di segni meno. La crescita mondiale sarà quest’anno del 3,5%, in calo sulle previsioni. Eurolandia è destinata a chiudere il 2012 con un Pil a meno 0,3%, (era piatto ad aprile). La Cina resta il motore globale (più 8%, in ribasso). Frenano le economie emergenti (più 5,6%). E’ confermata la ripresa Usa (2%) ma in frenata. La Germania va meglio e resta la locomotiva della Ue (1%), Spagna e Italia sono in profondo rosso. Le stime sul Pil nazionale, meno buie rispetto a quelle della Confindustria e simili a quelle di Bankitalia, parlano di un meno 1,9% quest’anno e meno 0,3 il prossimo. Via Nazionale calcola il debito pubblico di maggio a un passo da 2 mila miliardi: il nuovo record è 1.966,3. Secondo i consumatori grava per 89.363 euro su ogni famiglia e per 32.771 su ogni abitante. L’Fmi dice che salirà per via degli aiuti al fondo salva-Stati.
Related Articles
World Economic Forum di Davos, le diseguaglianze galoppano
Almeno 1,7 miliardi di lavoratori vivono in paesi in cui l’inflazione supera l’incremento medio dei salari e oltre 820 milioni di persone – circa una persona su dieci sulla Terra – soffrono la fame
“Ero diventata schiava del lavoro adesso insegno yoga e sono felice”
Vittoria Frua, ex dirigente di Lehman Brothers: “Carriera? Ho scelto me stessa”
ITALIA SPEZZATA
Non è un paradosso, è la realtà : mentre si discute di unificazione dell’Europa, si sta dividendo l’Italia: oggi ci vogliono quattro secoli per recuperare il gap che divide il nostro mezzogiorno dal settentrione. Questo è quel che risulta dal Rapporto Svimez presentato ieri a Roma. Ma se il sud va in calo anche 400 anni sono ottimistici.
Fabrizio Barca, ministro della Coesione territoriale, ha detto che nel Sud c’è «un deficit di cittadinanza».