Fisco e imprese, decreto d’agosto Pronti anche i tagli alla politica

by Editore | 20 Luglio 2012 6:41

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ROMA — Il terzo possibile declassamento del debito pubblico italiano, quello dell’agenzia di rating Fitch, è stato scongiurato ma il rischio di un decreto di agosto resta. Con un nuovo capitolo quello dei tagli alla politica. Ieri mentre il rating a lungo termine dell’Italia veniva confermato ad A- con outlook negativo, a una settimana daldowngrading di Moody’s e a sei mesi da quello di Standard & Poor’s, il governo era al lavoro su un provvedimento di emergenza di cui si potrebbe parlare anche oggi in consiglio dei ministri.
La tensione sui mercati è molto alta. Ieri l’allarme per i conti pubblici della Spagna ha fatto schizzare lo spread fino a 490 punti. Il timore di un contagio resta, come ha confermato il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli secondo cui «la situazione non è cambiata sostanzialmente rispetto ai giorni scorsi». Del resto i meccanismi di difesa europei, come il fondo Esm, ratificato ieri dalla Camera con il Fiscal compact, non sono ancora attivi. Questo impedisce all’Italia di poter accedere al meccanismo salva-spread senza ricadute ulteriori sul debito pubblico. 
L’allarme circa un nuovo provvedimento del governo è aumentato ieri dopo l’annuncio, dato dalla commissione Bilancio della Camera, della propria reperibilità  ad agosto per un’eventuale convocazione ad horas, per «fronteggiare eventuali emergenze».
Un segnale chiaro: il governo sta pensando di anticipare quel decreto da 6 miliardi che serve a evitare definitivamente il taglio dell’Iva. Un intervento che per due terzi, circa 4 miliardi, si basa sul riordino delle agevolazioni fiscali e per altri 2 miliardi, o poco meno, sul Rapporto di Francesco Giavazzi sugli incentivi che necessiterà  però di un confronto preventivo con Confindustria, anche se ieri il presidente Giorgio Squinzi lo ha giudicato come un buon inizio. Nel provvedimento potrebbero entrare i tagli previsti dal rapporto di Giuliano Amato ai costi della politica: è la prima volta che se ne sente parlare e a questo punto il dossier è sul tavolo. 
Tra i provvedimenti sulla spesa, un’accelerazione subirebbe il taglio delle Province: oggi dovrebbe essere portata fuorisacco in consiglio la delibera sul loro sfoltimento, preparata dal ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. Il criterio dell’estensione sarà  tarato su 2.500-3 mila chilometri, quello degli abitanti sui 300-350 mila. Circa le Festività  da sopprimere, l’orientamento del premier è di evitare un provvedimento impopolare e forse inutile. 
Intanto il governo incassa la valutazione di Fitch che dice di aver «cercato di guardare oltre le attuali condizioni economiche e finanziarie» tenendo conto delle recenti riforme strutturali. Anche quella del lavoro che renderà  «l’economia più flessibile» e aiuterà  a rilanciare «la crescita e le prospettive dell’occupazione nel medio termine». Per l’agenzia le «quattro manovre approvate dovrebbero essere sufficienti per ridurre il deficit sotto il 3% quest’anno» e «porre il debito pubblico su un sentiero di riduzione dal 2013».
L’outlook però resta «negativo» perché riflette il possibile «peggioramento nel breve e medio termine» ma anche «l’incertezza politica nel medio termine» con riflessi sul completamento delle riforme. Non viene escluso inoltre «un peggioramento delle condizioni» legato a «shock di natura domestica o interna», non ultimo la mancata realizzazione delle misure studiate a livello europeo e un contagio dalla Grecia. Fitch prevede che il Pil italiano si contrarrà  dell’1,9% quest’anno e resterà  «stagnante» nel 2013, prima di tornare a crescere dell’1% nel 2014.

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