Draghi scende in trincea a difesa dell’euro

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ROMA — «La Bce è pronta a fare tutto il necessario per salvaguardare l’euro, nell’ambito del suo mandato. E credetemi, è abbastanza». Il presidente della Bce, Mario Draghi, parlando a Londra difende la moneta unica sfidando la speculazione, e i mercati reagiscono ritrovando lo sprint perduto. Le Borse virano verso l’alto con Piazza Affari che spicca il volo guadagnando il 5,62%. Balza del 6,06% anche Madrid mentre Parigi sale del 4,07%, Francoforte del 2,75% e Londra dell’1,36%. Gli spread dei titoli spagnoli e italiani scendono sensibilmente, quello del Btp decennale, che segna un rendimento dello 0,06%, cala a 473 punti dopo aver aperto a quota 537, e il Tesoro incassa anche il pieno di domande all’asta dei Ctz, offerti per 2,5 miliardi e collocati con tassi sì in aumento dello 0,15% al 4,860% ma inferiori a quelli di mercato. L’euro sale a 1,2260 dollari recuperando in parte la scivolata dei giorni scorsi. Una giornata decisamente positiva dunque in cui arriva pure la notizia di un nuovo piano di tagli della Grecia per ottenere il placet di Ue, Fmi e Bce all’ulteriore sostegno finanziario. Ma sono le parole del numero uno di Eurotower ad indirizzare le scelte degli investitori.
La Bce vuole «vincere la battaglia contro la speculazione» e non darla vinta a chi sta scommettendo contro la sopravvivenza della costruzione europea. L’euro «è irreversibile» e «non si tratta solo di parole» dice Draghi, spiegando come l’opinione pubblica «non dovrebbe sottostimare il capitale politico investito nella moneta unica», e i mercati «non dovrebbero accreditare l’euro di una forza minore di quanto sia in realtà  giusto». In ogni caso è «inimmaginabile» che un paese abbandoni l’Eurozona, anche perché tutti hanno compiuto «progressi straordinari» negli ultimi sei mesi e il cammino delle riforme «non si è fermato in Spagna, Italia e Portogallo». Ma quali iniziative prenderà  l’istituto di Francoforte? Non certo quelle che «spettano ai governi nazionali» ai quali la banca centrale non vuole e non può sostituirsi. Ma quelle che sono «giuste, efficaci e necessarie» all’interno però del mandato di Eurotower che è di «mantenere la stabilità  dei prezzi e risolvere il problema della frammentazione dei mercati». Inutile quindi interrogarsi, o premere come forse vorrebbe la politica, su eventuali interventi fuori dagli schemi di Eurotower: Draghi sostiene che la Banca ha gli strumenti sufficienti per affrontare la sua principale preoccupazione che in questo momento è di essere efficace facendo funzionare in modo stabile e prevedibile il meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Un meccanismo che sembra invece essersi inceppato visto che le banche depositano la liquidità  in eccesso a Francoforte invece di prestarla ad altri istituti e visto che le decisioni relative ai tassi di interesse non riescono ad influenzare le condizioni monetarie nel modo desiderato anche perché la corsa degli spread «e gli alti premi di rischio» lo impediscono. La Bce, dunque, agirà  per spezzare il legame tra i sistemi bancari e gli Stati ma occorre, sostiene Draghi, che i governi facciano lo stesso: l’ultimo vertice europeo «è stato un grande successo» ma bisogna insistere nell’ottica futura di «condividere anche la sovranità  nazionale» e bisogna attuare la nuova vigilanza bancaria europea e l’unità  finanziaria.
Apprezzamento per Draghi arriva dal Fmi che coglie l’occasione per ribadire come Italia e Spagna debbano proseguire nella strada delle riforme. Il direttore del Fondo, Christine Lagarde, sposta invece l’attenzione su un altro fronte di possibile crisi: sugli Usa, il cui doppio disavanzo, dice, è ora il primo rischio per l’economia mondiale.


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