Disoccupazione giovanile, mai così alta
ROMA — Il numero degli occupati rimane stabile, il tasso di disoccupazione segna una lievissima flessione statistica pure restando sopra il 10%, ma tra i dati che l’Istat ha diffuso ieri il fenomeno che più allarma è il lavoro dei giovani sempre più in caduta libera. La soglia di uno su tre in cerca di occupazione è da tempo superata e a maggio — rileva l’Istituto — il tasso di disoccupazione tra quelli che hanno tra i 15 e i 24 anni e sono usciti dal circuito scolastico galoppa al 36,2% (dato provvisorio), in aumento di quasi un punto percentuale rispetto ad aprile: il tasso più alto mai rilevato.
Nel resto della popolazione l’occupazione, si diceva, è sostanzialmente stabile: rispetto a maggio dello scorso anno gli occupati sono cresciuti dello 0,4%, e anche il tasso di disoccupazione che in un anno è aumentato di quasi due punti, sfondando ad aprile la soglia record dal 2004 (da quando cioè l’Istat lo misura su base mensile), si tiene stabile al 10,1% (con una flessione di 0,1 punti). Il che vuol dire quasi 2,6 milioni di disoccupati. Con queste cifre è una magra consolazione che secondo i dati stiamo un po’ meglio che altrove. Nell’area euro la disoccupazione continua ad aumentare. Sono 17 milioni 561 mila i senza lavoro, e il tasso di disoccupazione a maggio ha raggiunto l’11,1%, un nuovo massimo storico. Le differenze dell’area valutaria, dove la Germania pesa con un 5,6%, la Spagna con il 24,6%, e la Grecia con 21,9%, manco a dirlo sono enormi e in espansione. Mentre in media per i giovani va un po’ meglio nel resto d’Europa: il tasso di disoccupazione under 25 è del 22,7%. Con una classifica negativa ancora capeggiata da Spagna e Grecia (oltre il 50%).
Oltre il 36% di disoccupazione giovanile «non è accettabile», per il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, secondo la quale questo tema è fra quelli affrontati con la riforma appena diventata legge, che «si propone di rendere il mercato del lavoro inclusivo e dinamico». «Bisogna mettere in campo — ha aggiunto il ministro — tutte le energie disponibili». Di diverso parere il Pd, con Massimo D’Alema che dice: «Il dato giovanile è veramente allarmante. Un’intera generazione rischia di essere spinta ai margini del lavoro», e sollecita quindi il governo Monti «a fare anche più di quello che sta facendo». Stesso allarme dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che chiede crescita e sviluppo perché solo così «ritroveremo occupazione». La Cgil insiste su «un cambio urgente della rotta per quanto riguarda le scelte di politica economica». L’occupazione è un problema di «stringente attualità » anche per la Chiesa, per questo Benedetto XVI invita a pregare affinché «tutti possano avere un lavoro e svolgerlo in condizioni di stabilità e di sicurezza».
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Incrociamo le dita e proviamo a vedere le prossime tappe, a immaginare il vademecum dei rimborsi. Il pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese sembra essersi sbloccato. Per onestà dobbiamo ricordare che non è la prima volta che lo si annuncia e quindi è d’obbligo ricorrere a qualche caveat.