Crollano le compravendite di case e spunta un piano per ridurre le tasse
ROMA — La vendita di case frena sempre di più: ormai i contratti sono scesi ai livelli degli anni Novanta e non si vedono segnali di ripresa. Il settore edilizio soffre e aumentano i posti di lavoro a rischio tanto che il governo sta mettendo a punto un piano per agevolare l’acquisto della prima casa. Il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Mario Ciaccia, all’annuale assemblea dell’Ance, ha affermato che il governo ha allo studio misure di incentivazione fiscale a favore dei privati per l’acquisto dell’abitazione principale. E il neo ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha voluto lanciare un altro segnale rassicurante: l’accorpamento dell’Agenzia del Territorio con quella delle Entrate non porterà un aumento delle rendite catastali. «Le future convenzioni tra ministero e Agenzia — assicura il ministro — terranno specificatamente conto della necessità di evitare sopravvalutazioni delle rendite catastali».
Che la situazione sia difficile è ormai dimostrato. Il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, è stato chiaro: nel primo trimestre di quest’anno le abitazioni vendute hanno registrato una riduzione rilevante nell’ordine del 19,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. Sulle imprese è caduta poi un’altra tegola costituita dalla mancata esenzione triennale dell’Imu sulle nuove costruzioni invendute. Insomma, un quadro fosco che potrebbe riflettersi sull’occupazione: per l’Ance sono a rischio 500 mila posti.
Anche il rapporto di Nomisma, presentato ieri, non offre dati confortanti. Se nel 2011 le compravendite erano scese sotto quota 600 mila (598.224). Se la tendenza di inizio di anno sarà confermata, a fine 2012 i contratti d’acquisto potrebbero ridursi dell’ 11,5 per cento (529.336). Mutui e compravendite sono un binomio indivisibile. La minore disponibilità creditizia ha, infatti, avuto un impatto recessivo sulle compravendite di case. «Nel primo trimestre di quest’anno — spiega Luca Dondi —
responsabile del settore immobiliare di Nomisma — è stata registrata un’autentica debacle delle erogazioni con un vistoso -50 per cento che, secondo nostre stime, si è protratta anche nel secondo trimestre di quest’anno con intensità solo marginalmente inferiore (-45,4 per cento), confermando il sostanziale inaridimento del canale creditizio».
La stretta delle banche sta influenzando molto il mercato. La necessità di case è sempre alta, ma non ci sono i soldi. I prezzi si mantengono per il momento ancora elevati nonostante il calo della domanda ma i contratti non si chiudono perché è sempre più difficile finanziare l’acquisto. I più penalizzati sono i giovani e gli stranieri che, non potendo contare su un lavoro a tempo indeterminato, non riescono a ottenere prestiti senza garanzie.
Qualcosa potrebbe cambiare in un futuro prossimo proprio sul fronte delle quotazioni. «Il comportamento dell’offerta — spiega Dondi — lascia intravedere che vi siano aspettative circa il permanere di una congiuntura negativa di durata non trascurabile, che potrebbe produrre un calo dei prezzi delle case».
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