by Editore | 25 Luglio 2012 8:40
ROMA — I sindaci protestano in piazza contro quella che chiamano «tagling review». E il governo — nel giorno in cui mette la fiducia sul decreto Sviluppo con il voto alla Camera previsto per stamattina — cerca di andare incontro alle loro richieste. Gli emendamenti dei relatori sul decreto legge all’esame della commissione Bilancio del Senato dovrebbero essere presentati stamattina. Tra le misure allo studio una riduzione del taglio per il 2012 con la previsione di 500 milioni di euro subito spendibili. Ma soprattutto la revisione di quel meccanismo per ridurre nei bilanci il peso dei residui attivi, cioè delle entrate contabilizzate ma non ancora incassate come ad esempio le vecchie multe.
Il testo del governo impone di svalutare del 25% i residui con più di cinque anni perché si tratta di entrate che rischiano ormai di essere solo teoriche. E chiede di farlo subito, già nei bilanci preventivi 2012 che vanno chiusi entro agosto. L’emendamento firmato dai relatori — Paolo Giaretta del Pd e Gilberto Pichetto Fratin del Pdl — dovrebbe spalmare l’operazione su un periodo più lungo, probabilmente cinque anni, per evitare quel colpo secco che potrebbe far fallire buona parte delle amministrazioni.
Ai sindaci non basta, però. «Il presidente del consiglio ci aveva detto che avremmo ridotto gli sprechi e invece qui siamo ai tagli lineari, puniscono anche chi è stato virtuoso», dice il presidente dell’Anci Graziano Delrio dopo l’incontro con Piero Giarda. Ed è proprio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, pur dicendo che non ci sono duelli nel governo, a confermare che si tratta di un «taglio dei fondi». I sindaci fanno pressione sui partiti e in serata si fanno sentire sia Pierluigi Bersani («le norme sugli enti locali non vanno bene, oggi ne parlerò nell’incontro con Mario Monti»), sia Angelino Alfano: «Non bisogna considerare questa protesta con superficialità ».
Resta da sciogliere anche il nodo sui tagli dei fondi alle province. Lunedì avevano lanciato l’allarme sulla riapertura delle scuole, oggi incontreranno il ministro per l’Istruzione Francesco Profumo che, assicura, «a settembre non ci saranno problemi». Dal decreto sarà eliminato il taglio di 30 milioni per gli enti di ricerca previsto per il 2012. Non ci dovrebbe essere spazio, invece, per un allargamento degli interventi sugli esodati, i lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione. Dopo il salvataggio dei primi 65 mila, per i quali questa settimana partirà la lettera dell’Inps, il decreto trova la copertura per altri 55 mila. Ma la richiesta, avanzata dal Pd, di fare un altro sforzo si scontra con la mancanza di soldi. Sarà riscritta anche la norma sulle società degli enti locali: saranno escluse dal processo di privatizzazione quelle che svolgono funzioni tipiche dell’amministrazione ma esternalizzate. Mentre per tutte le altre saranno gli stessi Comuni a riorganizzare e fondere le aziende prima di procedere all’eventuale privatizzazione. Stasera si chiude in commissione, entro venerdì il passaggio in Aula con la fiducia, la prossima settimana si passa alla Camera. Calendario stretto anche se non c’è più la fretta di qualche giorno fa: lo spread non sembra dipendere dai compiti a casa, tanto meno dalla spending review. In compenso al Senato sono tornati i lobbisti. E da ieri vicino alla porta della commissione c’è una transenna.
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