Cimbri: Unipol va avanti su Fonsai Il custode delle azioni? Non è imparziale

by Editore | 2 Luglio 2012 4:53

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Dottor Cimbri, come nel 2005 quando cercaste di scalare la Bnl, la Procura di Milano vi taglia la strada a un metro dal traguardo. Alzate bandiera bianca su Fonsai?

«Nemmeno per sogno. E poi, piano con i paragoni storici. Con la sentenza del 30 maggio i giudici di secondo grado hanno restituito l’onore a Unipol e alla Banca d’Italia sulla questione Bnl. La situazione attuale è molto diversa. In Fonsai interveniamo su invito di Mediobanca e Unicredit. Abbiamo l’accordo di tutti: Premafin, Fonsai, Milano e banche creditrici. Non manca l’ok delle authority. Oggi non è la Procura a muoversi, ma il custode giudiziale di un pacchetto del 20% i cui reali titolari si erano nascosti anni fa nei paradisi fiscali e preferiscono perderlo piuttosto che rivelarsi».
L’avvocato Alessandro Della Chà  non agisce senza l’autorizzazione dei magistrati.
«A firmare la richiesta di revoca dell’aumento di capitale di Premafin, primo passo per il salvataggio del secondo gruppo assicurativo italiano, è il custode, non un pm né un giudice. Le responsabilità  sono personali».
Responsabilità , parola grossa.
«C’è una sequenza che inquieta. Il 21 giugno viene nominato Della Chà . Le azioni delle due offshore erano sotto sequestro già  da 3 mesi nel quadro di un’inchiesta per aggiotaggio contro Salvatore Ligresti e altri. Il 25 giugno, Sator e Palladio ricevono dalla Vitale & Associati una fairness opinion che paragona la nostra offerta a quella dei suoi committenti concludendo ovviamente che è migliore quella dei committenti. Il risultato sarebbe la Premafin ligrestiana al 20% di Fonsai. Il 26 giugno, il custode chiede a Premafin di fermare tutto perché ha letto sui giornali di una seconda offerta. Rinvia a dopo una relazione di merito. Il 28 giugno Sator e Palladio presentano un’offerta a Fonsai uguale alla precedente e Paolo Ligresti, titolare del 10% di Premafin, chiede con singolare tempismo la revoca del consiglio. Il 29 giugno l’avvocato Della Chà  manda la relazione di merito nella quale sposa l’opinione della Vitale & Associati, che allega, senza l’ombra di un dubbio e senza mai aver interpellato né l’Unipol né i suoi consulenti».
Il custode di un pacchetto azionario, che si sospetta essere dei Ligresti, ancorché questi smentiscano, opera in modo gradito ai Ligresti. Che morale ne trae?
«Non traggo morali. Se verrà  meno l’esecuzione del contratto, Unipol procederà  contro tutti i responsabili, senza eccezioni».
Ma che cosa contestate al custode?
«La parzialità . Della Chà  custodisce azioni Premafin, non Fonsai….»
Qualsiasi proposta che incida su Fonsai coinvolge anche Premafin, la cui unica attività  è il 35% di questa compagnia assicurativa.
«Certo. Ma i conti non tornano. Unipol e Premafin hanno modificato il contratto originario togliendo la manleva e il recesso ai Ligresti, come vuole la Consob. Il recesso resta possibile per gli altri soci. Vitale & Associati dice che sarà  di 103 milioni per il 100%? Bene: 20 milioni andranno ai curatori fallimentari di Sinergia e Imm.co, 20 al custode e 30 al mercato, zero ai Ligresti. Oggi Premafin e la sua controllata Finadim hanno 400 milioni di debiti. Per seguire la linea di Sator e Palladio, Premafin avrebbe bisogno di altri 100 milioni. Il suo debito salirebbe così a 500 milioni. Per riequilibrare debito e recesso, Fonsai dovrebbe capitalizzare 3 miliardi. Oggi vale 400 milioni, con l’aumento di capitale di 800 milioni, proposto da Sator e Palladio, senza peraltro garanzie verificabili, arriverebbe a 1,2 miliardi. Tiri lei le conclusioni».
Le banche creditrici escuteranno il pegno costituito sulle azioni Fonsai se Premafin non si ricapitalizza entro il 20 luglio. Ma secondo l’agenzia Reuters, la magistratura non avallerebbe la cosa se portasse poi all’esecuzione del progetto Unipol senza esaminare le proposte Sator e Palladio.
«I procuratori e i giudici non affidano i loro pensieri alle agenzie di stampa senza assumersene la titolarità . Reuters cita fonti anonime. Chi crede nello stato di diritto non può prenderla in considerazione». 
Le banche non dovrebbero essere neutrali tra Unipol e Sator-Palladio?
«Non è questione di neutralità . Le banche hanno il diritto-dovere di prestare il denaro dei depositanti ai debitori più affidabili e trasparenti».
Ernst Young ha contestato i vostri conti, scrive online Linkiesta.
«È l’opinione di un consulente di Fonsai nel quadro di un negoziato. Unipol aveva l’opinione di Kpmg su Fonsai. Noi abbiamo rispettato l’impegno alla riservatezza, altri no. Non credo che Ernst Young sia pronta a sostenere quell’analisi in un giudizio quando Isvap e Consob hanno già  controllato e autorizzato».
Oggi si riunisce il consiglio di Premafin per decidere sulla richiesta del custode. Che cosa si aspetta?
«Che dia corso all’operazione. Come dice Guido Rossi, l’assemblea era validamente costituita e la delibera ha già  prodotto effetti presso i terzi, a cominciare da Unipol».
Il custode può chiedere al Tribunale la convocazione giudiziale della nuova assemblea.
«Deciderà  il giudice secondo, ascoltando tutte le parti. Senza ricapitalizzazione, verrebbe meno la continuità  aziendale di Premafin, le banche probabilmente si prenderebbero le sue azioni Fonsai e Unipol avrebbe diritto a un adeguato risarcimento…». 
Se si passa il 20 luglio, verrà  meno l’esclusiva. E allora, oltre a Sator e Palladio, potrebbe apparire un altro, più consistente soggetto.
«Da sempre tutti sono liberi di lanciare un’Opa su Fonsai e Milano e poi ricapitalizzarle; noi non reputiamo economico un investimento di tal fatta, ma non siamo i depositari della verità . Osservo però che, tra nuova assemblea e autorizzazioni, passerebbero altri sei mesi. Possono l’Isvap e l’Antitrust consentire un’ulteriore, così prolungata prosecuzione di una turbativa della concorrenza qual è quella provocata da una Fonsai che opera senza avere i requisiti di capitale?».

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