by Sergio Segio | 2 Luglio 2012 16:13
Milano – Nei Cie c’è una situazione dei reclusi così grave che bisogna introdurre in Italia il reato di tortura. La proposta viene da don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana, in occasione della presentazione del Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei Cie (centri di identificazione ed espulsione) della penisola. “Chi è trattenuto nei Cie -afferma il sacerdote-, ha commesso reati amministrativi che paga con una reclusione a volte peggiore di quella dei detenuti, perché vissuta nella più totale inedia, in giornate vuote senza senso, senza capire perché sono lì e come faranno a uscirne”. Un’equipe di Caritas Ambrosiana dal 2004 opera all’interno del Cie di via Corelli a Milano per offrire assistenza legale ed educativa. “Diciotto mesi (il periodo massimo di trattenimento secondo la normativa europea, ndr), vissuti lì dentro sono alienanti, annichiliscono le persone e fanno perdere la percezione della propria identità “. (Ludovica Scaletti)
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