Chiusura ospedali, è scontro stop alle sale parto minori tagli ancora più forti al Fondo

Loading

E’ scontro tra le Regioni e il ministro Renato Balduzzi sulla spending review. Ieri sera si è svolto un incontro in cui il responsabile della salute ha illustrato ai governatori le idee dell’esecutivo su come recuperare soldi dalla sanità . Non ci sono state sorprese: è stata quasi totalmente confermata la linea della bozza di provvedimento già  nota, ad esempio per quanto riguarda i provvedimenti sugli acquisti di beni e servizi da parte delle Asl e sui farmaci. Forse potrebbero esserci dei cambiamenti riguardo al destino dei piccoli ospedali, e lo stesso Balduzzi si è messo in polemica con il suo governo per come è stato impostato questo tema, ma il ministro ha ribadito la decisione più dura: il taglio del fondo sanitario nazionale. Si tratta di un miliardo in meno per quest’anno, due per il prossimo e probabilmente altri due per il 2014. «Il governo ci ha presentato le sue proposte che noi non condividiamo,
perché pensiamo che non si tratti di spending review ma piuttosto di tagli lineari», attacca alla fine dell’incontro Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni: «In questo modo non può funzionare. Se il governo ritiene di coinvolgerci in un ragionamento serio di riduzione della spesa noi siamo pronti ma chiediamo di ridiscutere il patto sulla salute, partendo anche dal fatto che tutte le manovre hanno portato tagli alla sanità  per oltre 20 miliardi, e chiunque è in grado di capire che non sta in piedi». Alle riduzioni di finanziamenti ipotizzate dal Governo Monti, infatti, vanno aggiunte quelle legiferate dal ministro Tremonti, che circa un anno fa ha tagliato le entrate delle Regioni imponendo di mettere un nuovo ticket sulla specialistica ambulatoriale e sulla diagnostica per recuperare soldi e mettendo in cantiere altre misure che produrranno riduzioni anche nei prossimi anni, per un totale di circa 8,5 miliardi di euro.

Gli ospedali / Sono 257 le strutture sotto gli ottanta posti letto    


Il tema dei piccoli ospedali, al di là  del suo valore economico piuttosto basso, è quello più caldo dal punto di vista politico. Nella bozza del governo si parlava di tagli sotto i 120 letti, ma il ministro Balduzzi ha apertamente criticato questa impostazione. Prima ha proposto di abbassare il limite a 80 letti, poi ieri ha spiegato che non vuole imporre alle Regioni le chiusure, ma una cambiamento e una razionalizzazione dell’offerta di sanità  di queste strutture. Durante il vertice di ieri sera è stato questo il punto su cui è parso possibile un cambiamento di rotta dell’esecutivo. Comunque sia, con l’operazione ospedali si recupererebbero circa 250 milioni, non una cifra altissima. Al ministero hanno calcolato, forse sovrastimando un po’ il dato, quante sono le strutture sanitarie che hanno pochi letti: 257 sono quelle sotto gli 80 e 399 quelle sotto i 120. Togliere i piccoli ospedali non solo porta ad un risparmio ma razionalizza – secondo molti l’offerta. In sanità  spesso piccolo non è bello, perché le strutture che lavorano poco sono considerate meno sicure di quelle grandi. Chiudere, però, per le Regioni significa affrontare le ire delle comunità  locali, sempre molto legate ai propri ospedali. Resta in piedi la proposta, comunque non nuova, di continuare a tagliare i letti anche nelle grandi strutture, per passare dai 4 posti per 1000 abitanti di oggi a 3,6.

I reparti maternità  / Punti nascita, si cambia va avanti chi lavora di più    


SI TRATTA di un vecchio obiettivo, discusso e approvato alcuni mesi fa dalle Regioni italiane e dal ministero, di cui in molti si sono scordati. Sembra pronto per tornare in auge con la spending review, e potrebbe portare ancora una volta a delle chiusure. In questo caso si parla dei punti nascita che fanno meno di 500 parti all’anno. Secondo l’Oms una struttura sanitaria per essere sicura deve essere addirittura sopra quota 1.000 ma in Italia si è deciso di rimanere larghi. Gli ospedali che lavorano troppo poco, quando si tratta di maternità , rischiano di essere pericolosi. Per questo praticamente tutti sono d’accordo nel tagliare i 112 punti nascita che in Italia non arrivano a 500 parti (esclusi quelli in particolari situazioni geografiche, ad esempio sulle isole) e nei quali vengono al mondo circa 32.600 bambini, poco meno del 7% del totale. Il problema è quando si mettono in pratica i tagli. Di solito ci si scontra con la rabbia dei paesi o delle città  a cui si vuole togliere il punto nascita, con le barricate delle mamme con passeggino e dei politici locali. Per questo, anche se praticamente in tutti i piani sanitari regionali si parla di taglio sotto i 500 parti, quasi nessuno va avanti con l’operazione. Il periodo particolarmente difficile dal punto di vista dei conti potrebbe dare la spinta definitiva ad avviare la riforma delle maternità .

Il Fondo sanitario / Si rischiano 5 miliardi di risorse in meno    


à‰ LA benzina dei sistemi regionali della sanità . Il fondo sanitario nazionale fa funzionare ospedali, ambulatori, assistenza domiciliare. L’idea del Governo è di fare un taglio di un miliardo per questi ultimi mesi dell’anno (con in mezzo l’estate), poi di due miliardi l’anno prossimo. E nella bozza di decreto spunta anche la possibilità  di replicare la stessa diminuzione del 2013 anche nel 2014. Cinque miliardi, una riduzione pesantissima per le casse delle Regioni, che ieri si sono battute durante l’incontro con il ministro Balduzzi per bloccare questa parte della manovra, la più pesante di tutte. La proposta è stata quella di “spacchettare” il taglio, prevedendo solo quello per quest’anno ed inserendo, intanto, quello del 2013 nella discussione del patto della salute, l’accordo che dopo l’estate dovrà  determinare le linee principali di politica sanitaria del nostro paese. Balduzzi si sarebbe detto disponibile a provare, con la consapevolezza che il resto del Governo potrebbe molto probabilmente non accetterà  la proposta. I miliardi della sanità  si vogliono mettere nel bilancio della spending review subito. Se finirà  davvero così le Regioni già  in piano di rientro andranno ancora di più in difficoltà  e inizieranno a scricchiolare paurosamente anche quelle più sane. Per chi ha già  iniziato a razionalizzare, infatti, ci sono pochi margini per ridurre le spese senza intaccare i servizi sanitari.

Gli acquisti / Protesi, valvole, siringhe Consip fissa i prezzi giusti    


E’ noto da tempo lo scandalo dei prezzi dei beni e dei servizi che le aziende sanitarie (pubbliche) comprano dalle aziende private. Soprattutto i dispositivi (dalle valvole cardiache, alle protesi, fino a strumenti come le siringhe) hanno prezzi molto diversi a seconda di dove sono acquistati. Tra l’altro pesano le quantità : chi compra meno paga di più. Un altro fattore che condiziona il prezzo sono però i tempi di pagamento del pubblico, in certe Regioni lunghissimi. In questo scenario, il governo incarica la Consip, società  del ministero della Finanze che funge da centrale di acquisti, di calcolare il prezzo medio per i vari prodotti. Le aziende dovranno prima di tutto ridurre del 5% i contratti di acquisto e fornitura in essere. E se comunque resteranno troppo lontani dal valore indicato dalla Consip potranno chiedere di rescindere l’accordo con il fornitore. In questo modo si potrebbe recuperare una cifra importante. I contratti per beni e servizi in sanità  pesano per 34 miliardi.
Sempre riguardo al rapporto con i privati, la manovra prevede di ridurre i contratti che convenzionano le Asl con cliniche e ambulatori esterni: taglio dell’1% quest’anno e del 2% l’anno prossimo. Si inciderà  così anche in un settore molto presente in alcune Regioni, costringendo gli assessorati a rivedere le convenzioni.

I farmaci / L’industria lancia l’allarme “In pericolo 10 mila posti”    


I PROVVEDIMENTI sulla farmaceutica impongono ai farmacisti e ai produttori di aumentare il loro contributo al servizio sanitario. Intanto perché fanno crescere lo “sconto” che devono fare al pubblico per ogni confezione (rispettivamente il 3,65% e il 6,4%), poi perché abbassano all’11,5% il tetto di spesa territoriale per i medicinali (rispetto quella generale sanitaria) oltre il quale si devono accollare le spese. Così ieri il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha attaccato la bozza del Governo: «Ci troviamo a dover fronteggiare un decreto che peserebbe per il 40% sull’industria farmaceutica e che le darebbe un altro colpo insostenibile. Ci domandiamo se valga la pena colpire ed affondare uno dei pochi settori manifatturieri che resiste ancora ». Per Scaccabarozzi, manovre e spending review rischiano di far perdere al settore 10mila posti di lavoro nei prossimi 5 anni. Tra l’altro nella bozza si prevedeva la possibilità  di utilizzare “off label” i farmaci meno cari che hanno gli stessi effetti di quelli specificamente indicati per una certa patologia. Capita che di due prodotti uguali solo uno abbia ottenuto l’autorizzazione per curare una certa malattia. Di solito è molto più caro di quello identico che non ha ottenuto (o non ha voluto) inserire quel problema tra le sue indicazioni. La bozza prevederebbe di poter usare anche questo secondo medicinale per risparmiare: «Una norma che avrà  effetti devastanti», chiude Scaccabarozzi.


Related Articles

E Renzi commissaria il Pd romano

Loading

L’annuncio del premier: «Sconvolto». Cosentino lascia, il partito in città affidato a Matteo Orfini Il segretario dimissionario: «Non siamo tutti colpevoli. Sono tranquillo, il premier ha deciso così»

Legge svuota carceri tra stop and go, il primo sì del Senato

Loading

l testo punta a diminuire il sovraffollamento carcerario grazie ai domiciliari e accorciando i tempi delle udienze di convalida. Un emendamento decreta la fine degli ospedali psichiatrici giudiziari. Severino: «Norma rafforzata».

Torture e pestaggi in carcere: «orribile mattanza» sui detenuti a S. Maria Capua Vetere

Loading

Emesse 52 misure cautelari. Per la «perquisizione» del padiglione Nilo, un anno fa, la procura contesta i reati di tortura, maltrattamenti, lesioni e frode. Lo scorso ottobre l’allora ministro Bonafede, a una interpellanza parlamentare, rispose: «Si è trattato di una doverosa azione di ripristino della legalità»

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment