Benzina e diesel i costi ritornano su Sconti, Enel sfida Eni

by Editore | 5 Luglio 2012 6:32

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ROMA â€” Lunghe code ai distributori con il super sconto e carburanti prosciugati nel giro di qualche ora. Quelle che per Faib-Confesercenti e Fegica-Cisl, associazioni di categoria dei gestori, sembrano «file per il pane in guerra», di questi tempi sono manna dal cielo per gli automobilisti stritolati dal caro-petrolio. L’iniziativa ha spiazzato per una volta il granitico muro delle compagnie petrolifere, abituate a toccare i listini solo quando Eni muoveva le carte. Ma stavolta il consenso all’iniziativa arriva pure dalle associazioni dei consumatori, solitamente critiche e in precedenza mai schierate dalla parte delle compagnie petrolifere. E poco male se ieri i costi sono tornati a salire, peraltro di poco: un centesimo in più per Eni; due centesimi per Shell; un centesimo per Q8, infine mezzo centesimo per Esso (come rivelano Staffetta Quotidiana e Qe)
La mossa del Cane a sei zampe che ha introdotto il prezzo fisso in gran parte dei suoi impianti durante i fine settimana — lo scorso week-end 1,480 per il diesel e 1,580 per la benzina — ha costretto le altre imprese a competere su un terreno che il settore purtroppo non conosce: quello del listino più abbordabile.
Stavolta il trucco non c’è o almeno, c’è (in parte) ma non si vede: non ci sono sconti generici, ma prezzi uguali su tutto il territorio nazionale. Una volta fatto il pieno, come gran parte degli automobilisti hanno scelto di fare in queste occasioni, il risparmio per ogni rifornimento arriva a circa 13 euro per una media cilindrata, ma può anche toccare i 18 o 20 euro nel caso di veicoli più grandi.
Esso, Api-Ip e Q8 si sono buttate, loro malgrado nella mischia, grazie anche all’organizzazione che sta alle loro spalle e alla possibilità  di rifornirsi senza rinunciare a – sia pur piccoli – guadagni sulla vendita. Più timidi invece i tentativi di tamponare l’emorragia di clienti messi in campo di Tamoil, Shell e TotalErg mentre le no-logo e i marchi della grande distribuzione riescono a tenere botta grazie a prezzi strutturalmente più bassi e spese di gestione ridotte al minimo. Anche Enel si è mossa grazie ad un accordo con TotalErg che concede ai clienti del colosso elettrico di ottenere sconti del 4% sul carburante (a luglio e agosto, a patto di rifornirsi per almeno 20 litri). Le vendite durante i fine settimana, nel caso di Eni, sono aumentate di quasi cinque volte rispetto ai week end “normali”, con migliaia di automobilisti che aspettano sabato e domenica per fare il pieno di carburante a prezzi che non si vedevano da oltre un anno. Resta però il dubbio di una “combine” nel corso della settimana: i prezzi vengono alzati ad arte nei giorni feriali per attutire
lo “scontone” oppure no? A parte il piccolo movimento registrato ieri, i prezzi non subiscono scossoni evidenti. Anche secondo i dati del ministero dello Sviluppo che mette a confronto i prezzi industriali (quelli al netto delle tasse) dell’area euro, sembrerebbe di no: il differenziale tra Italia e altri Paesi resta compreso in una forbice tra i 2,8 e i 3,5 centesimi di euro al litro, nella media degli ultimi sei mesi. Insomma il week end con lo sconto piace – anche al governo che vede frenare il calo dei consumi che pesa sulle tasse incassate – ma rischia di far saltare il banco delle compagnie più piccole che non riescono a tenere il passo dei battistrada e mette in pericolo la sopravvivenza di moltissimi distributori che vedono crollare il numero di clienti. Alcuni gestori vedono nell’iniziativa di Eni, un tentativo nemmeno troppo mascherato di «espellere dal ciclo produttivo migliaia di benzinai», come spiegano Faib-Confesercenti e Fegica-Cisl. «Noi vorremmo prezzi chiari e più bassi tutta la settimana – commenta Alessandro Zavalloni della Fegica – e non sconti spot che costringono i clienti a code interminabili».

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