Adesso nel Mirino gli Sconti Fiscali Nuovi Tagli per non alzare l’Iva

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MILANO — Non è finita. I tagli che saranno introdotti con l’entrata in vigore del decreto sulla spending review non metteranno gli italiani al riparo dall’aumento dell’imposta sul valore aggiunto. Il rialzo dell’Iva è solo slittato. A meno che il governo non riesca a recuperare altri 6,5-7 miliardi di euro. A Palazzo Chigi sanno già  dove mettere le mani: fra gli oltre 700 tipi di detrazioni, deduzioni e sconti fiscali, che ogni anno sottraggono circa 260 miliardi alle casse dello Stato. 
A metà  agosto il ministero dell’Economia potrebbe essere già  in grado di definire la dimensione degli interventi possibili, avendo a quel punto ormai elaborato i dati sull’autotassazione di luglio. La base di partenza sarà  probabilmente il rapporto sulle agevolazioni fiscali presentato a fine dicembre ed elaborato da un gruppo di lavoro presieduto da Vieri Ceriani, oggi sottosegretario con delega alle Finanze e all’epoca responsabile fiscale della Banca d’Italia. Su incarico del precedente ministro dell’Economia (Giulio Tremonti), è stata fatta la «mappa» di quelle che il mondo anglosassone definisce tax expenditures, cioè le deduzioni, detrazioni ed esenzioni che riducono il carico fiscale per i cittadini e le imprese e che indirettamente portano a una diminuzione del gettito per lo Stato e dunque al conseguente aumento della spesa pubblica. Ne sono state monitorate 720 e sono state classificate in base a 14 codici, di cui i primi 3 usati per indicare il grado di protezione più elevata. Nelle agevolazioni fiscali finiscono ad esempio le detrazioni del 19% delle spese mediche, quelle del 36% sul recupero edilizio e del 55% per il risparmio energetico, oppure quelle degli interessi passivi sui mutui. Ma anche le detrazioni per il coniuge, i figli e i parenti a carico: quest’ultime, che interessano circa 12 milioni di contribuenti, fanno parte del cosiddetto gruppo protetto. Infatti dei circa 260 miliardi di euro di detrazioni, 83 miliardi sono stati «blindati» dai tecnici perché sono sconti che garantiscono il rispetto di principi costituzionali, oppure evitano doppie imposizioni o garantiscono il rispetto degli accordi internazionali o della compatibilità  con l’ordinamento comunitario.
Il lavoro di riordino era già  previsto nel disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale approvato dal Consiglio dei ministri il 16 aprile scorso, in cui veniva spiegato che sarebbero state tagliate «le agevolazioni che appaiono in tutto o in parte ingiustificate, o superate alla luce delle esigenze sociali ed economiche, o che costituiscono una duplicazione». 
Nel rapporto di fine anno venivano indicate con un elevato grado di protezione oltre alle detrazioni per i familiari anche quelle per lavoro e pensioni. Le linee indicate nel testo della delega fiscale sono abbastanza chiare: i primi a saltare saranno gli sconti più «datati», quelli di importo minore e che toccano pochi contribuenti o in contrasto con altri principi dell’ordinamento fiscale. Del resto l’altro ieri il sottosegretario Ceriani ha confermato che «c’è tutto un ricettario di possibili modi per intervenire» e che «il tema sarà  oggetto di analisi per scelte precise nei mesi prossimi. Se ci fosse stata la possibilità  di avere qualche elemento concreto lo avremmo fatto ora. Ci lavoreremo sopra. Poi la delega fiscale è in piedi e il governo troverà  la soluzione più soddisfacente». Fondamentali sono i dati sull’autotassazione di luglio che i tecnici del ministero potranno elaborare per il mese prossimo. A quel punto potranno definire il quadro e la dimensione degli interventi necessari.


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