Acquisto di titoli e aiuto ad Atene pronto il piano d’agosto della Bce

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L’esito dell’offensiva è appeso a un filo, il suo successo è tutt’altro che scontato. Ma fa ben sperare la sensazione che questa volta ci sia una forte unità  tra le grandi cancellerie europee. Questa la tabella di marcia. Primo, mostrare subito che i governi doteranno davvero l’Europa degli strumenti anti-crisi, accelerando l’attuazione delle decisioni prese a giugno nel summit di Bruxelles. Grazie a questo impegno, e qui sta il secondo step, aiutare Draghi (che a Londra ha incontrato Napolitano prima dell’apertura dei Giochi) a convincere la Bundesbank e le sue consorelle del Nord che il suo intervento non si risolverà  in una boccata d’ossigeno per leader inerti e destinati a ricadere nella crisi non appena l’Eurotower terminerà  il suo intervento. Come successo in passato. Terzo, salvare la Grecia evitando all’eurozona un nuovo e forse letale shock. Quarto, arrivare all’inverno con una serie di innovazioni in campo,
tra cui lo scudo-spread con una tale potenza di fuoco (licenza bancaria) da permettere alla moneta unica di sopravvivere quando il nuovo intervento della Bce avrà  fine.
Ecco spiegato il fermento nelle capitali. Ieri la telefonata Merkel-Hollande, settimana prossima il tour europeo di Monti che vedrà  Hollande, il super-falco Katainen e Rajoy. E poi i contatti telefonici. In queste ore tutti si parlano e Monti dovrebbe sentire anche la Merkel. Se l’esito dei colloqui sarà  positivo, potrebbe arrivare una vera iniziativa congiunta appoggiata da Roma, Parigi, Berlino, Madrid e altre capitali. Questi i punti in discussione: accelerare sulla vigilanza bancaria europea per facilitare il salvataggio degli istituti spagnoli. Quindi la Grecia, dossier sul quale ancora manca l’ok di tutti i governi. All’appello mancano 11 miliardi di tagli che potrebbero costare ad Atene l’assegno Ue-Fmi-Bce da 31 miliardi senza il quale farebbe default. Francia e Italia premono affinché la Troika conceda più tempo a Samaras per mantenere gli impegni. Secondo
Reuters,
poi, la Bce potrebbe svalutare i suoi crediti verso Atene, abbattendone il debito.
Rimossi i due bubboni del contagio, si lavorerebbe alle misure di lungo termine. Da qui l’idea di un impegno sulla possibilità  che il fondo salva-Stati (Esm) riceva la licenza bancaria in modo da avere accesso illimitato ai fondi Bce. In questo modo — se non sarà  bocciato
il 12 settembre dalla Corte costituzionale tedesca — l’Esm nascerà  come un credibile scudo anti- spread. Su questo fronte spingono Monti, Hollande e Rajoy. Secondo
Bloomberg
anche Draghi. Restano contrari Bundesbank e alcuni governi del Nord (Monti ne parlerà  a Katainen). A Roma e Parigi però dicono che ora la Merkel potrebbe appoggiare l’operazione. E c’è ottimismo di farcela entro gennaio. Potrebbe arrivare anche la promessa di accelerare le riforme rigoriste della Ue.
Impegni e misure che aiuterebbero Draghi a usare il bazooka contro i mercati, dando così ai governi il tempo per metterle in pratica. E ieri dopo che la Merkel e Schaeuble si sono schierati contro la Bundesbank (contraria all’acquisto di
Bond da parte della Bce), a taccuini chiusi il premier di un grande Paese non esitava a dire che «ora Draghi ha il sostegno di tutti i governi». Frutto di un lungo lavoro diplomatico, anche italiano. Se è certo che se ne discuterà  al Consiglio dei governatori di giovedì prossimo, non si sa quando poi gli acquisti dei bond per raffreddare i mercati (Smp) partiranno. Ma potranno essere sbloccati in qualsiasi momento da una teleconferenza dei governatori. Probabilmente quando l’effetto placebo delle parole di Draghi («pronti a tutto per l’euro») si sarà  esaurito. Ma prima ci sarà  un ultimo tentativo di convincere la Bundesbank e le altre banche rigoriste a non votare contro l’operazione (l’unanimità  gli darebbe più credibilità ): se da un lato ora anche
la Merkel preme sulla Buba, lunedì Draghi — spalleggiato da Schaeuble e dall’americano Geithner — vedrà  il suo presidente Jens Weidmann. Per tranquillizzarlo gli spiegherà  che non intende procedere ad un Quantitative easing — l’aumento della massa monetaria che porta inflazione — ma acquisterà  i bond governativi con le comunque potentissime munizioni dell’Eurotower. Ci potrebbero essere anche misure per la crescita: nuove immissioni di liquidità  (Ltro), questa volta direttamente alle imprese, e la decisione di mandare in negativo il tasso sui depositi tra istituti (oggi allo 0%) in modo da costringere le banche a mettere in circolo i 1000 miliardi che hanno ricevuto da Francoforte lo scorso inverno.


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