Wisconsin, schiaffo a Obama vince il paladino della destra

by Editore | 7 Giugno 2012 8:36

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san francisco – Dopo decenni di indebolimento del movimento sindacale americano, attaccarlo è ancora una ricetta vincente per spostare voti a destra. È l’amara lezione della “epica” battaglia del Wisconsin, che martedì notte si è chiusa con una débacle per i democratici e la loro constituency più fedele, cioè appunto i sindacati. Un segnale analogo viene dalla California dove ha vinto il referendum che taglia le pensioni ai dipendenti degli enti locali: anche nello Stato più progressista d’America, il settore pubblico è impopolare. È un segnale di pessimo auspicio per le chance di rielezione di Barack Obama a novembre.
Nel Wisconsin non è passato il “recall” del governatore, il repubblicano Scott Walker, nemico giurato dei sindacati. È una battaglia per la quale da mesi si erano mobilitati il partito democratico e il pubblico impiego, con l’appoggio della Casa Bianca. Una battaglia-simbolo, con una valenza nazionale. Walker era stato eletto nel novembre 2010. Legato all’ideologia anti-Stato del Tea Party, scatenò un’offensiva contro il potere dei sindacati, dipinto da lui come una causa del deficit pubblico. Walker lanciò una legge per bandire la contrattazione collettiva nel pubblico impiego, spogliando gli statali dei loro diritti sindacali. Quella legge (poi imitata in altri Stati a guida repubblicana dall’Ohio all’Indiana) fu contrastata da mobilitazioni di massa, nonché un clamoroso boicottaggio dei parlamentari democratici dell’assemblea legislativa locale. Per far mancare il quorum 14 deputati locali del partito democratico fuggirono negli Stati vicini e fecero perdere le loro tracce alla polizia del Wisconsin che li cercava con l’ingiunzione di presentarsi al Parlamento. I repubblicani riuscirono a far passare la legge, che poi fu però bloccata da un giudice. Senza rinunciare a ripresentarla, Walker passò ad altre offensive, come l’obbligo di controlli d’identità  ai seggi elettorali che funge da barriera contro l’affluenza al voto (contro le minoranze etniche che votano democratico). In contraddizione col rigorismo di bilancio, ha regalato generosi sgravi fiscali alle imprese. 
Il Wisconsin è uno degli Stati “in bilico”, in passato votò repubblicano ma nel 2008 fu conquistato da Obama all’elezione presidenziale. Perciò una massiccia mobilitazione si era organizzata per il “recall”: un referendum con cui gli elettori possono cacciare un governatore prima della scadenza del suo mandato. Ma martedì il 53% ha riconfermato Walker. È la prima volta che un governatore di uno Stato Usa sopravvive ad un “recall”. È stata decisiva la scesa in campo di potenti lobby industriali che hanno speso 30 milioni di dollari di pubblicità  in favore della riconferma di Walker. Inoltre tutti i notabili del partito repubblicano erano “sfilati” nel Wisconsin, confermando la dimensione nazionale della battaglia. Ora lo staff elettorale di Obama e i sindacati devono trarne una lezione. Sarebbe pericoloso se il voto di ieri dovesse preludere a una vittoria di Mitt Romney nel Wisconsin il 6 novembre. La disfatta del “recall” indica che la forza organizzativa dei democratici e dei loro alleati è tutt’altro che irresistibile; e che il radicamento del Tea Party resta formidabile.

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