by Editore | 14 Giugno 2012 8:23
Oltre che per una roboante cerimonia di apertura e per il simposio dedicato alla Italian Connection in Africa, il Lagos Black Heritage Festival, che si è tenuto nella metropoli nigeriana in aprile, sarà ricordato per l’inaugurazione della Kongi’s Harvest Art Gallery, un nuovo punto di riferimento per tutti coloro che siano interessati non solo alla Nigeria (e a Soyinka, in particolare), ma alla cultura africana nel suo complesso.
Intitolata all’omonimo dramma del 1965 (Il raccolto di Kongi) – i cui protagonisti, il dittatore Kongi e l’oba Danlola, sono emblemi delle contraddizioni dei poteri postcoloniali – l’edificio sorge in quell’innovativo complesso che è a sua volta Freedom Park, aperto nel 2010, per il cinquantesimo anniversario dell’indipendenza, sulla pianta delle antiche Her Majesty’s Prisons. Strette nel quadrilatero fra Broad Street, Brook Street, Prison Street e Campbell Street, su Lagos Island, le prigioni, che risalgono al 1872 e sono state chiuse negli anni Sessanta, hanno ospitato fra gli altri figure di spicco della lotta anticoloniale come Herbert Macaulay (1864-1946) e Obafemi Awolowo (1909-1987).
La riconversione del complesso carcerario, spiega l’architetto Theo Lawson, responsabile del progetto, potrà invece offrire ora alla popolazione delle isole lagunari un luogo di ristoro e riflessione nel caos della giungla urbana – grattacieli, uffici, negozi e commerci di ogni sorta – che circonda il parco. E allo stesso tempo, si auspica che Freedom Park possa attirare l’élite, nigeriana e straniera, di Ikoyi così come di Victoria Island, quartieri entrambi caratterizzati da vaste e lussuose aree residenziali circoscritte da filo spinato e recenzioni elettrificate.
L’immensa città , che conta oggi oltre 18 milioni di abitanti e si prevede sarà , nel 2020, la più popolata al mondo, si estende naturalmente ben oltre le sue isole, su una terraferma il cui principale punto di riferimento, visivo e culturale, è il National Theatre dello storico Festac ’77 (il secondo Festival of Black & African Arts and Culture – il primo, a Dakar, ebbe luogo nel 1966).
Freedom Park, che la pubblicazione commemorativa Freedom Park: The Journey to Liberation (Lagos 2010) definisce «un testamento simbolico» di ciò che la Nigeria ha conquistato dal 1960 a oggi, potrebbe qualificarsi dunque, proprio in associazione coll’annuale Black Heritage Festival, come nuovo centro d’eccellenza artistico e culturale della città . Le sue attività potrebbero così andare ad affiancarsi a quelle di centri polivalenti come il Terra Kulture, struttura a pochi passi dalla centrale Bar Beach, che offre, come Freedom Park, spazi espositivi e ricreativi, e un teatro.
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