Stretta sulle telefonate degli statali Lo stop a cellulari e interurbane
ROMA — Giro di vite ai telefoni del dipartimento della Funzione pubblica. D’ora in poi saranno abilitati solo per le telefonate urbane. Niente interurbane, internazionali o verso i cellulari. Il provvedimento riguarda per ora i 180 dipendenti della struttura del ministero di Filippo Patroni Griffi, esclusi i dirigenti, ma si tratta di un segnale nell’ambito della spending review. Alla circolare, firmata dal capo dipartimento Antonio Naddeo, probabilmente seguiranno nei prossimi giorni altre iniziative antispreco. «L’amministrazione pubblica è come la nostra casa — ha affermato il ministro Patroni Griffi — dobbiamo sempre più tagliare le spese superflue, quelle evitabili perché la spending review è anche questo: la rivoluzione del buonsenso».
La macchina per i risparmi messa in moto dal commissario Enrico Bondi dovrebbe ora colpire le piante organiche degli statali dove per i dirigenti si parla di uno sfoltimento del 20% e per gli impiegati del 10%. Per arrivare in modo indolore a questo obiettivo il governo sta pensando di mandare in mobilità per due anni con una indennità pari all’80% dello stipendio chi ha già raggiunto i 40 anni di contributi. Secondo i primi calcoli sarebbero 25 mila i lavoratori interessati.
Ma ci sono anche scenari più pesanti ai quali il governo starebbe guardando per arrivare, tra uscite e mobilità , a coinvolgere 35-40 mila statali (dirigenti compresi) oppure estendendo la platea a 80-100 mila lavoratori attraverso il coinvolgimento di enti locali e Regioni. Si parla anche di un taglio lineare del 5% su vasta scala per salire ulteriormente (130-150 mila unità ). Già nel prossimo Consiglio dei ministri previsto è possibile si discuta dell’inserimento di una delega per il pubblico impiego nel decreto legge sulla prima spending review che dovrà prevedere risparmi per circa 5 miliardi di euro. Anche in questo caso c’è un timing ben preciso da rispettare: la data del 28 giugno quando Mario Monti si presenterà a Bruxelles con un pacchetto di misure il più ampio possibile per la crescita e per il taglio della spesa. Va da sé che annunciare una sforbiciata al numero dei dipendenti pubblici fa sempre la sua impressione.
Un contributo alla lotta contro gli sprechi è arrivato anche dal Cnel che, su impulso del ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, ha preparato una serie di proposte sotto la regia di Maria Teresa Salvemini. Senza risparmiare una severa critica alla Ragioneria generale dello Stato — «contraria a innovazioni organizzative in materia di revisione della spesa» — e vittima di una «cultura di natura giuridico-contabile, il Cnel suggerisce di legare una parte della retribuzione dei dirigenti agli effettivi risparmi ottenuto negli uffici di cui sono responsabili e di creare un apposito Albo dei dirigenti pubblici.
Poi si passa a consigli più pragmatici come la riduzione del numero delle Asl e di rendere obbligatori gli acquisti di prodotti sanitari facendo ricorso alle gare Consip. Per non parlare del passaggio in rete di una lunga serie di funzioni. La ricerca del Cnel prende per esempio gli Usa e la Gran Bretagna dove hanno sviluppato progetti che prevedono l’accessibilità online dei servizi di tutte le amministrazioni attraverso un unico ingresso. Per esempio, secondo calcoli fatti qualche anno fa, solo unificando i sistemi informativi del ministero dell’Economia, si ottenevano risparmi per 30 milioni di euro l’anno.
Come previsto, il ministro Patroni Griffi ha incontrato nel tardo pomeriggio a Palazzo Vidoni il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e il vicepresidente con delega alla semplificazione, Gaetano Maccaferri. Nel corso del colloquio si è convenuto sull’esigenza primaria di realizzare e attuare le principali misure di semplificazione a favore delle imprese, coinvolgendo tutti i livelli di governo sul territorio. Per Squinzi la riduzione della burocrazia, come ha più volte detto nei suoi interventi, è uno degli obiettivi più importanti che si è posto nel suo mandato. L’ha definita la «madre di tutte le riforme».
Sulla spending review si stanno mobilitando anche i partiti. E oggi sei deputati del Pdl guidati da Guido Crosetto terranno una conferenza per illustrare le loro proposte. «Se è reale la volontà di realizzare risparmi di spesa occorre sopprimere enti inutili — si legge nella convocazione — duplicazioni, dimezzare i trattamenti economici ai membri delle authority e i trasferimenti alle autonomie speciali».
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