Si riduce il fenomeno delle “porte girevoli”: nel 2012 calano le detenzioni di 3 soli giorni

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ROMA – Nei primi quattro mesi del 2012 calano le detenzioni brevi di soli tre giorni, riducendo il cosiddetto fenomeno delle “porte girevoli”, uno tra i fattori che più affatica il sistema penitenziario italiano. A rimanere meno di tre giorni in carcere circa 3 mila individui, il 14,2% sul totale degli ingressi dalla libertà , contro una media degli ultimi tre anni sempre superiore ai 20%. Secondo i dati del Dap, resi noti dalla rivista dell’Amministrazione penitenziaria “Le due città ”, infatti, la variazione degli ultimi mesi è in controtendenza rispetto agli ultimi tre anni, durante i quali le percentuali di coloro che sono rimasti in carcere per meno di tre giorni non sono variate più di tanto. Nel 2011, rispetto ai 76mila entrati dalla libertà , circa 17mila sono rimasti in carcere per il periodo considerato, 20.789 su 84.641 ingressi totali per il 2010 e 23.724 su 88.066 per il 2009. “Nel triennio scorso l’espressione più radicale del fenomeno delle porte girevoli non ha dato cenni di rallentamento, mantenendo una media di entrati fino a 3 giorni sul totale superiore al 20% (il 26,9% nel 2009, il 24,6% nel 2010 e il 22,3% nel 2011). Una prima inversione di tendenza si è verificata già  dai primi mesi del 2012 quando, tra gennaio e febbraio, le permanenze super-brevi sono state 1.474 rispetto a 10.488 ingressi, quindi il 14,1%”. Nel dettaglio, il dato del 2012 consolida inoltre una tendenza avviata già  lo scorso anno. Sono in prevalenza gli italiani coloro che restano in carcere per soli tre giorni o meno. Nei primi mesi dell’anno, infatti, sono italiani il 52,4% delle persone entrate in carcere per pochi giorni. Lo stesso è accaduto nel 2011, mentre sia nel 2009 che nel 2010 gli stranieri erano circa il 55%.

Una boccata d’ossigeno che arriva anche dagli ultimi provvedimenti. “La recente approvazione della legge Salva Carceri e le norme degli ultimi anni hanno dato un contributo fondamentale alla diminuzione del fenomeno”. Un calo “significativo che fa presagire un andamento costante per il resto del 2012”. Che il fenomeno delle porte girevoli sia un peso che grava su un sistema stressato dal sovraffollamento, lo confermano anche le testimonianze raccolte dalla rivista negli istituti. “Anche chi entra per stare solo qualche giorno – spiega Andrea Zema, comandante della casa circondariale di Treviso – viene sottoposto a tutto l’iter burocratico, sanitario e organizzativo previsto per gli altri detenuti. Quindi inizia con l’immatricolazione, poi si passa alla perquisizione, alla visita medica, al colloquio con gli educatori e con il personale di Polizia Penitenziaria. Si tratta di un percorso traumatico che tuttavia non può essere evitato”. La casa circondariale di Treviso, oggi ospita una media di 290 detenuti, rispetto ad una capienza di 134 persone, e la detenzione per pochi giorni rappresenta un ulteriore fattore di rischio per gli stessi detenuti. “Tutte le statistiche – continua Zema – ci spiegano che nella maggior parte dei casi chi commette un gesto autolesionistico è un giovane alla prima esperienza detentiva. Una carcerazione, anche quando non serve e solo per pochi giorni, rischia di rendere molto più diffusi questi gesti e rappresenta un campanello d’allarme costante per gli agenti”. (ga)

 

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