by Editore | 14 Giugno 2012 11:57
BERLINO — Sono state le parole di Wolfgang Schà¤uble, e non solo il premio per la «Responsible Leadership» ricevuto ieri nella capitale tedesca a far capire a Mario Monti che la Germania continua a fare il tifo per l’azione di risanamento avviata dal suo governo. «L’euro ha bisogno di un’Italia forte», ha detto il ministro delle Finanze nella laudatio in onore del premier, parlando in inglese nella sala anni Sessanta di quello che fu uno dei palazzi della nomenclatura comunista, il grande edificio del Consiglio di Stato, che adesso ospita la European School of Management and Technology. I complimenti di Schà¤uble sono apparsi più che cortesie per gli ospiti. Certo, il «vecchio leone» della Cdu ha definito con enfasi il premier italiano «il leader giusto, al posto giusto, al momento giusto», ma ha anche detto di essere convinto che «l’economia italiana si riprenderà nel 2013 se il Paese proseguirà sulla strada del consolidamento fiscale e delle riforme». E Monti ha incassato il sostegno tedesco mettendo in chiaro che l’Italia non dovrebbe oscillare, come purtroppo accade, «tra momenti di euforia irresponsabile e momenti di depressione ingiustificata». «Non sarei sicuro — ha detto per esempio — quale dei due sistemi bancari, quello italiano e quello tedesco, sia più solido tenendo conto di tutti gli elementi che bisogna considerare». Non va dimenticato, ha proseguito, che l’Italia ha un elevato debito pubblico ma uno scarso debito privato e che le famiglie si sono poco indebitate per i consumi rispetto ad altri Paesi. Insomma, l’Italia, che ha fatto «pesantissimi interventi» sui conti pubblici, «non è fragile». Una risposta indiretta a quei giornali tedeschi, che, come Die Welt, hanno scritto ieri che a Roma «si spera nell’Europa» o, che, come Handelsblatt, hanno messo l’accento sulle riforme incompiute.
La Germania di Schà¤uble guarda tra l’altro con interesse, e il tema è emerso nei colloqui che hanno preceduto la cerimonia, al sostegno parlamentare che si registra in Italia verso la politica europea del governo Monti. Lo fa, non a caso, nel giorno in cui c’è stata un’altra battuta d’arresto nei negoziato con l’opposizione socialdemocratica e verde per l’approvazione al Bundestag del Fiscal Compact. I leader della Spd sono andati a Parigi a consultarsi con il presidente francese Franà§ois Hollande e non cedono sul fronte delle iniziative per la crescita e per un’approvazione rapida della tassa sulle transazioni finanziarie. «Siamo sicuramente anche noi per la crescita», ha detto Schà¤uble, aggiungendo però che il governo tedesco deve tenere fede ai suoi obiettivi interni, primo fra tutti la riduzione del deficit.
La strada per «decisioni di sostanza» al vertice di fine giugno dell’Unione Europea, auspicate da Monti e dal ministro tedesco, è ancora lunga. E non sarà solo la crescita l’unico tema su cui cercare una non facile sintesi. La Francia vuole per esempio, secondo quanto è trapelato ieri, misure di stabilità finanziaria come l’affidamento alla Bce del compito di sorvegliare le banche di importanza sistemica e di disporne la chiusura in caso di fallimento e propone di usare l’Esm come «strumento privilegiato» per la ricapitalizzazione degli istituti bancari bocciati negli «stress-test». Al ruolo di Eurotower guarda anche il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy che, in una lettera al presidente della Commissione José Manuel Barroso e a quello del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, avverte che «l’euro è a rischio» e che «l’unica istituzione che abbia la capacità di assicurare condizioni di stabilità e liquidità è la Banca centrale europea». Intanto dall’America, l’amministrazione Obama chiede «più chiarezza ai leader europei». E il segretario al Tesoro Timothy Geithner denuncia «passi modesti dell’Europa verso la crescita».
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