Scalfari e i civici con Monti

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Insomma i civici non sono ancora scesi in campo, ma già  sono divisi. Quelli di destra e quelli di sinistra, viene da dire. Oppure, dicendola meglio, sotto il titolo ‘lista civica’ in questi giorni finisce rubricata un po’ la qualsiasi, anche cose opposte: per esempio le ambizioni di un imprenditore-editore di farsi partito (già  sentito?, ma stavolta è De Benedetti); per esempio l’autolesionista desiderio di Bersani di suscitare una società  civile per rinfrescare il brand del centrosinistra («innovazione in outsourcing », l’ha definito non amichevolmente Matteo Orfini sul manifesto ). Per esempio, con l’evocazione dello scrittore-conduttore Saviano, la tentazione di tornare alla stagione tardodiessina in cui si sperava di combattere l’astensionismo – oggi si chiama grillismo – con i volti televisivi: furono candidati in diverse competizioni Michele Santoro, Lilli Gruber, Piero Marrazzo. Storie diverse, ma se parli di quella stagione in un circolo Pd anche il più demomoderato mette mano alla pistola. Altra storia quella del ‘nuovo soggetto politico’ Alba, che riunirà  i suoi il 30 giugno e il primo luglio, con ogni probabilità  sceglierà  la sede nella martoriata Emilia Romagna. Fra gli animatori Luciano Gallino, Marco Revelli, Alberto Lucarelli, Paul Ginsborg, Stefano Rodotà . Quest’ultimo è stato arruolato da Scalfari tra i ‘suoi’ civici, ricevendone un ‘no grazie’. Quelli di Alba non hanno ancora deciso se si costituiranno in lista nazionale e devono farsi due conti seri anche sulla possibilità  concreta di raccogliere le firme per le liste. Ma una cosa ce l’hanno chiara: «Noi siamo all’opposizione del governo Monti. Che ha aggiuntonuovi danni sociali ed economici ai danni della crisi: i nuovi seicentomila disoccupati sono gli effetti della lettera Bce dell’estate scorsa», spiega Massimo Torelli, colonna organizzativa del movimento. «E se anche cercheremo alleanze, partiremo dai contenuti: su e giù per l’Italia ci sono migliaia di persone, anche militanti Pd, che del rigore di Monti non ne possono più».


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