Quattro detenuti su dieci hanno condanne per droga

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ROMA – “In soli 5 anni i detenuti per violazione della legge sulla droga sono quasi raddoppiati: dai 15 mila detenuti per questo reato nel 2006 ai 28 mila del 2011. E’ l’impatto carcerario della legge antidroga la principale causa del sovraffollamento”. È quanto afferma il terzo Libro bianco sugli effetti della legge Fini-Giovanardi presentato questa mattina dal Forum Droghe, Fuoriluogo, Antigone, Cnca, Società  della ragione, con l’adesione di Magistratura Democratica e Unione Camere Penali presso il Senato. “Se l’obiettivo del legislatore del 2006 era il contenimento dei comportamenti connessi alle droghe illegali attraverso l’inasprimento punitivo – spiega il testo -, questo non è stato raggiunto”. Il rapporto non sottolinea, tuttavia, come il periodo a cavallo tra il 2006 e il 2007 fosse quello dell’indulto, con un conseguente crollo delle presenze nei penitenziari italiani. Nel 2008 la cifra dei detenuti per droga era già  salita a 23 mila, per attestarsi l’anno successivo sugli attuali livelli.

Quanto alle condizioni giuridiche dei presenti in carcere, dai dati esposti oggi emerge come al 17 novembre 2011 i detenuti imputati erano 28.636. “Di questi, ben 11.380 erano imputati in violazione alla legge stupefacenti. Alla stessa data, i detenuti condannati erano 37.750: di questi, 14.590 per violazione della legge sugli stupefacenti. Si deve perciò alla legge antidroga la presenza di circa un terzo dei detenuti in attesa di giudizio, e di quasi il 40% (38,6% per l’esattezza) dei ristretti già  condannati”.
Significativi, per le diverse organizzazioni, i dati degli ingressi in carcere per violazione della legge antidroga in rapporto al totale degli ingressi. “Nel 2006 gli ingressi in carcere in violazione della legge antidroga sono stati 25.399 (su un totale di 90.714), mentre nel 2011 sono state incarcerate 22.677 persone (su un totale di 68.411). La diminuzione in termini assoluti degli incarcerati per violazione della normativa antidroga non deve ingannare, perché l’aumento in percentuale è costante e consistente dal 2006 in poi: il 28% nel 2006, il 31% nel 2008, il 31,7% nel 2009, il 31% nel 2010, il 33,1 nel 2011)”

Aumentano le segnalazioni all’autorità  giudiziaria per reati previsti dal D.P.R. 309/1990 (Testo unico sulle droghe). “Nel 2006 il totale delle denunce è stato di 33.056, nel 2011 di 36.796. Si segnala inoltre la crescita delle segnalazioni in stato di arresto: 25.730 nel 2006, 28.552 nel 20113”. Per quanto riguarda i procedimenti penali pendenti, invece, “vi è un incremento impressionante in relazione alla medesima fattispecie (154.546 procedimenti pendenti per art.73 nel primo semestre del 2006, fino al picco di 180.610 nel secondo semestre del 2008; 177.567 nel II semestre del 2009)”. Dal nuovo governo, intanto, non arrivano segnali di inversione di rotta, spiega il Libro bianco. “Il nuovo governo ha deluso le attese di una profonda discontinuità  nelle politiche sul carcere e in particolare in quelle sulle droghe – si legge nel testo -. Dopo sei mesi e dopo numerose sollecitazioni e aperture di credito al ministro Severino e al ministro Riccardi siamo a zero. Le carceri sono strapiene di poveracci e la denuncia del sovraffollamento rischia di costituire un alibi per non fare nulla per il timore di dover affrontare il nodo che determina la quotidiana violazione dei diritti umani nelle prigioni, cioè la legislazione antidroga”.

Leggi il Libro Bianco sugli effetti della legge Fini-Giovanardi

 

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