“La Grecia è vicina”? Presentato il decimo Rapporto sui Diritti Globali

by Sergio Segio | 21 Giugno 2012 16:44

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Per gli operatori delle associazioni, per chi lavora nella pubblica amministrazione e nella scuola in particolare e per molti giornalisti è diventato uno strumento fondamentale d’informazione e formazione. Nell’edizione 2012 la prefazione è del Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, “Con la crisi cresce la divaricazione tra l’Europa dei governi e quella dei cittadini”, mentre l’introduzione di Sergio Segio propone il titolo “crisi come guerra globale”. Moltissimi i contributi (tra cui quelli dei segretari confederali CGIL) su tutti gli aspetti della vita economica, sociale e politica.

“E’ vero che la crisi, come dice Segio, rischia di trasformarsi in una guerra globale contro i più deboli – ha detto Danilo Barbi, segretario confederale CGIL che è intervenuto oggi alla presentazione del Rapporto – ma dobbiamo anche dire che la crisi rimane senza soluzioni. Stiamo vivendo ancora un tempo dell’ambiguità ”.

Secondo Barbi, insomma, è vero che la crisi si è tradotta in un attacco senza precedenti al diritti di cittadinanza e del lavoro, ma è anche vero che il capitalismo non ha ancora trovato una soluzione alla crisi stessa, mentre i mercati rimangono tuttora in crisi. Siamo dunque in presenza di pericolose politiche difensive (si attaccano i più deboli perché è più facile e perché non si sa cosa fare d’altro); politiche che mostrano tutta l’attuale debolezza del sistema economico dominante.

I segni di questa crisi di egemonia e leadership globale sono diversi: dal diverso ruolo del Fondo monetario internazionale che non è più una pura emanazione della politica statunitense (vista anche la presenza e il peso dei nuovi entrati come la Cina e il Brasile), alle riunioni del G8 costruite per cercare di mettere in minoranza le posizioni rigidi alla Merkel, oppure il fatto che sono almeno quattro anni che non si riunisce più il Wto, mentre prendono sempre più piede politiche protezionistiche.

Le forze che lavorano per il cambiamento – è il suggerimento di Barbi – devono perciò tenere conto di queste contraddizioni e lavorare per una soluzione politica dei tanti problemi che rimangono aperti. La speculazione finanziaria – dice Barbi – se si vuole si può imbrigliare. Ma servono scelte politiche. Servono delle leggi.

Infine Barbi ha voluto sottolineare l’importanza del lavoro coordinato delle associazioni della società  civile. Precisando di non essere particolarmente innamorato del concetto di società  civile e mettendo comunque in guarda da semplici contrapposizioni buono-cattivo, la società  civile sempre buona, la politica sempre cattiva. In realtà  – ha concluso – sarebbe meglio parlare di “bella società ” che resiste ed elabora pensieri lunghi alternativi per arrivare alle scelte politiche di cambiamento.

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