Obama: “Gli Usa appoggiano l’Europa subito soluzioni dure, ma meno austerity”
ROMA — Per il quarto giorno consecutivo il presidente Usa, Barack Obama, preme sui leader europei perché risolvano la crisi dell’euro e rilancino la crescita di Eurolandia: «Bisogna agire ora. Le soluzioni sono dure ma ci sono. Gli Usa appoggiano l’Europa. La Grecia deve restare nell’euro». C’è anche un plauso ad Angela Merkel per le sue aperture sull’unione politica della Ue («un passo forte»). E c’è pure una lode alle misure «intelligenti» prese da Italia e Spagna: «Hanno bisogno di tempo per avere successo». Per tutti una raccomandazione: troppa austerity fa male, si rischia una spirale al ribasso. Tagliare così in fretta debito e deficit «peggiora la situazione». Il rigore nei conti è un processo di «lungo termine». In collegamento con il Consiglio per le relazioni Italia-Usa, Mario Monti è sulla stessa lunghezza d’onda: «Per ridurre il rischio contagio bisogna lavorare in fretta a un pacchetto per la crescita da chiudere entro il vertice di fine giugno».
Obama parla mentre sui mercati circolano voci solo parzialmente smentite secondo cui, già oggi, potrebbe tenersi un Eurogruppo straordinario per discutere dei guai delle banche iberiche. Le indiscrezioni dicono anche che una richiesta di aiuto per rifinanziarle è attesa nel week-end. I mercati Ue reagiscono con lievi perdite e Milano lascia sul campo lo 0,74% del valore. Madrid, in ovvia controtendenza, guadagna l’1,85. Gli spread restano in altalena: quello italiano chiude in rialzo a quota 441,8, lo spagnolo arriva a 484.
Obama reinterviene: la lentezza dei processi decisionali Ue lo
preoccupa, teme le conseguenze della crisi sulla già fragile ripresa americana. Che non è minacciata solo dall’Europa: l’agenzia Standard & Poor’s avverte a causa dei «rischi di credito sul debito pubblico americano» ci potrebbe essere un taglio del rating (attualmente AA+) entro il 2014.
Il presidente Usa sta ben attento a non “strigliare” i colleghi Ue: «Gli Usa non vogliono né rimproverare né dire loro che cosa fare. Noi possiamo dare consigli in base alla nostra esperienza nello stabilizzare in modo efficace il sistema finanziario ». E su questo punto, con le banche
spagnole in cattive acque, Obama raccomanda ai colleghi di rafforzare gli istituti, iniettando capitali in quelli indeboliti.
Proprio di questo si parla nei contatti informali che sono in corso tra le diplomazie economiche. E
prende corpo l’ipotesi di una riunione ad hoc dell’Eurogruppo dedicata alla Spagna, da tenersi oggi stesso, a mercati chiusi. Come assicura la stessa Merkel, Madrid «non ha ancora richiesto aiuti». Ma alla Bce, il numero due Constancio
svela che un simile Sos è appunto «atteso. I problemi del sistema bancario spagnolo, avverte Moody’s, «non rappresentano un motivo importante di contagio per gli altri Paesi, eccetto per l’Italia». Mentre l’uscita della Grecia, secondo
l’agenzia, «minaccia l’esistenza delll’euro», e potrebbe portare «a una revisione di tutti i rating sovrani dell’area euro, inclusi i paesi con la tripla A», tra i quali la
Germania e la Francia.
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