Obama e Romney, lotta all’ultima cena

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NEW YORK – Barack Obama ha finalmente trovato la parola d’ordine per frenare l’ascesa nei sondaggi di Mitt Romney: “Supercalifragili” – con tutto quel che segue. Sì, l’inno di “Mary Poppins” è l’ultima sorpresa della campagna più aperta degli ultimi vent’anni. Un testa a testa che si sta trasformando sempre più in un cena a cena: spettacolo contro spettacolo. Il presidente degli Stati Uniti requisisce il New Amsterdam Theater, che da sei anni ospita “Mary Poppins” della Walt Disney, tra l’altro proprio mentre la first lady Michelle annuncia che anche Topolino e Paperino parteciparanno alla sua battaglia contro il cibo-spazzatura. E il rivale repubblicano che fa? Risponde organizzando una cena evento con Donald Trump: che, come si sa, oltre a essere il più famoso Paperone d’America è anche il protagonista del reality show “L’Apprendista”. Non basta. Barack recluta Jon Bon Jovi? E Mitt risponde rispolverando Chris Rock, uno dei pochi artisti ferventemente di destra – anche se universalmente più noto come ex della sexy Pamela Anderson. 
No, non è solo il grande ritorno della politica-spettacolo: è l’economia, bellezza. Malgrado i 12 milioni e passa di americani ancora senza lavoro, le elezioni saranno decise dai miliardi raccolti tra uno show e l’altro: da riversare in quegli altri show che saranno gli spot per gli indecisi. Ok, nella partita dei contributi il presidente sfodera per la verità  un risultato che sembra più che doppiare il rivale: 196 milioni di dollari contro 87. Ma Obama è ovviamente l’unico democratico in lizza. Mentre se ai quattrini di Romney aggiungete quelli finora versati agli altri aspiranti il vantaggio è subito perso. 
Ecco perché il Comandante in Capo si sottopone ai tour de force che l’altra sera l’hanno portato a esibirsi a New York in tre show in una notte. Prima un bel ricevimento nella lussuosissima residenza sull’Upper East Side di Mark Lasry, mago di Wall Street e noto finanziatore democratico, oltre che ex direttore di 92nd Street Y, il più importante centro culturale jewish di New York: prezzo per la partecipazione, 40mila dollari. Poi un altro discorsetto al Waldorf Astoria, davanti al mezzo migliaio di fan che per la modica cifra di 2500 dollari l’hanno applaudito mentre Jon Bon Jovi (che poi s’è fatto ripagare con uno strappo sull’Air Force One) l’accoglieva sulle note beatlesiane di “Here Comes The Sun”: il sole che avanza. E quindi chiusura in bellezza al teatro di “Mary Poppins” con lo spettacolo intitolato senza mezzi termini “Barack a Broadway”: tutto esaurito (1700 posti) con i biglietti dai 250 dollari in su – anche grazie alla partecipazione straordinaria di un ex d’eccezione come Bill Clinton. Dice il New York Post di Rupert Murdoch, nemico giurato, che nelle venti raccolte fondi fin qui tenute in città  il presidente abbia raccolto 50 milioni di dollari. E il 14 giugno si replica: stavolta a casa di Sarah Jessica Parker. 
Certo: a confronto il richiamo di Mitt Romney è molto meno sexy. Prima ancora che Barack reclutasse la diva di “Sex and The City”, colpito dal richiamo mediatico (e dagli incassi: 15 milioni di dollari) della cena pro Obama offerta a Hollywood da George Clooney, il miliardario repubblicano aveva chiamato in soccorso il collega Trump per l’ennesimo evento, nella più cafona cornice di Las Vegas e in data da destinarsi. Costo della donazione: dai 10 ai 2500 dollari. In palio: volo sul Trump Jet, notte alla Trump Tower, tour del Trump Reality Show e infine Trump cena. Sempre che – scherza perfino un foglio destrorso come il Washington Times – ai poveri fan regga lo stomaco.


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